Menu

Borse, l’imperativo di vendere il ritorno alla normalità

Non esiste crisi finanziaria senza che i media parlino, anche quando il crack è lontano dal ricomporsi, di ritorno alla normalità. Qualche analista mandato in prima fila a difendere le ragioni della stabilità, qualsiasi cosa essa significhi, su questo ha anche fatto figuracce epiche (come chi sostenne che Lehman Brothers doveva fallire per riportare la calma sui mercati).

Ora, mettiamo da parte i media nazionali, di nessuna qualità, e citiamo JP Morgan che ha affermato che nelle borse si sta tornando alla normalità. JP Morgan ha un ruolo costituente nel mondo delle banche americane: dopo la crisi finanziaria del 1907-8, che dette una enorme spazzolata a una borsa regolata come la corsa all’oro nel Colorado, praticamente impose la nascita della Federal Reserve visto che gli USA non avevano ancora una banca centrale.

Possiamo affermare che oggi JP Morgan ha parlato per vendere l’imperativo del ritorno alla normalità? In buona parte, si. Non entriamo oggi su cosa sia il ritorno alla normalità ma su cosa sta accadendo Una analisi di , alla quale vanno aggiunte alcune considerazioni, ci porta sulla strada giusta.

Consideriamo una condizione di mercato, il Carry trade, e due attori che hanno detto la loro nel mondo finanziario: gli indicizzatori passivi e la leva finanziaria. Breve schema:

  • Carry trade è una strategia finanziaria che sfrutta la differenza nei tassi d’interesse tra diverse valute. Consiste nel prendere a prestito denaro in una valuta con tasso basso per investirlo in una valuta con tasso alto. Se il tasso di cambio rimane stabile, si guadagna dalla differenza tra i due tassi. Tuttavia, questa strategia è rischiosa: un’improvvisa variazione del tasso di cambio può generare perdite significative. Il carry trade è spesso utilizzato da investitori istituzionali e hedge fund, ma comporta rischi elevati. Come accaduto quanto la banca del Giappone ha alzato di colpo i tassi di interesse rendendo improvvisamente meno redditizio il Carry trade con gli USA e anche gli investimenti economici in dollari. Di qui i crolli epocali di questi giorni.
  • Gli indicizzatori passivi o ETF (Exchange Traded Fund): Sono fondi d’investimento che replicano l’andamento di un indice di borsa (come il S&P 500 o il FTSE MIB). A differenza dei fondi attivi, gestiti da un team che cerca di battere il mercato, gli ETF seguono passivamente un indice, acquistando i titoli che lo compongono nella stessa proporzione. Questo li rende strumenti di investimento più economici e trasparenti. Allo stesso tempo gli ETF sono strumenti ciechi, intelligenza artificiale programmata per replicare al meglio gli investimenti, tattica senza strategia.
  • arriviamo al fenomeno della leva finanziaria, strumento che permette di investire una somma superiore al capitale posseduto, amplificando potenzialmente sia i guadagni che le perdite. La parola “strumento” rende bene l’idea perché c’è da chiedersi seriamente quanto sia rimasto di umano in questo attore di borsa. Infatti senza modelli di AI per la gestione del rischio finanziario (reti neurali, machine learning, NLP, LLM, simulazioni Monte Carlo) è impossibile oggi gestire il rischio e questi modelli impongono sempre di più la loro presenza.

Cosa sta accadendo? Il Carry trade, sullo sfondo della possibile recessione USA, ha scatenato la crisi, la AI che gestisce la leva finanziaria, assieme agli umani che devono prendere decisioni di fretta in questi casi (delegando molto alla AI, dettaglio non piccolo), per ammortizzare le perdite ha ridotto di molto gli investimenti buttandosi sui titoli fissi mentre gli ETF hanno replicato, in automatico e in tempo reale, le strategie di acquisto di questa nuova condizione di mercato. E le borse sono risalite.

Tutto risolto ? No, a parte che questo fenomeno va chiamato con il suo nome, guerra finanziaria, perché ci sono vinti e vincitori, in lotta tra loro, in questi giorni. Secondo Intermarketandmore, giustamente, si crea quella situazione nella quale anche pochi ETF, replicando l’andamento di borsa, “danno l’illusione di un mercato in ripresa” o in salute.

In realtà, bloccato il gioco del Carry Trade facile, disinvestito seriamente sui mercati globali e puntato su titoli a tasso fisso la liquidità presente sul mercato è poca con il rischio che interi settori di titoli non possano essere venduti a un prezzo equo con bassi costi di transazione e in breve tempo. 

Quando la liquidità è bassa siamo nella situazione nella quale i mercati finanziari possono essere più volatili, meno efficienti e di nuovo seriamente rischiosi. 

Il segno più nelle borse, per adesso, vale giusto per le televisioni, operatori di borsa e AI sanno cosa sta accadendo e si preparano ai prossimi scontri tra loro. Bruciando ricchezze immense, naturalmente.

Vedremo quando e come, e a quale prezzo per le nostre società, che questa situazione sarà superata.

 * Codice Rosso

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *