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L’imperialismo USA e UE vuole impossessarsi dell’Ucraina

L’imperialismo USA e UE è profondamente installato in Ucraina, sostenendo una delle due parti della lotta interna per il potere, con l’obiettivo di rendere questa ex repubblica sovietica una appendice coloniale dell’Occidente, ponendo un ostacolo alla Russia.

I rappresentanti dei governi imperialisti degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e Germania hanno sostenuto i manifestanti dell’ “opposizione” nella capitale Kiev contro il governo ucraino, anche con i leader dei partiti d’opposizione filo-fascisti, con la loro odiosa retorica anti-Russia, anti-gay e anti-giudaica.

Il Segretario di Stato degli USA John Kerry e il ministro degli esteri tedesco Frank -Walter Steinmeier si sono incontrati a Berlino il 31 gennaio e hanno avuto l’arroganza di imporre al governo ucraino le loro condizioni per un accordo con l’opposizione.

Non ci sono benefici per i lavoratori nella conquista imperialista

I lavoratori degli Stati Uniti e dell’Europa Occidentale non condividono gli stessi interessi della classe dirigente imperialista nella conquista dell’Ucraina. Gli interessi fondamentali dei lavoratori e, naturalmente, dei lavoratori ucraini, sarebbero meglio serviti mantenendo la NATO, il FMI e i banchieri degli Stati Uniti e europei fuori dall’Ucraina.

E’ importante sottolinearlo anche all’inizio di questo articolo, perché i politici imperialisti e i media corporativi distorcono gli eventi in Ucraina raccontando la storia al contrario, così come hanno fatto in Siria, Libia e nelle altre parti del mondo nella lista di riconquista imperialista.

Quello che sta accadendo in Ucraina è lontano dall’essere una lotta tra un opposizione “democratica” pro-UE e un regime “autocratico” pro-russo. I partiti pro-UE in Ucraina sono nati dalla “rivoluzione arancione” del 2004 e sono nemici della classe operaia e della sovranità ucraina.

Dall’altro lato, il partito di governo, che ha vinto le ultime elezioni nel 2010 e che ha portato Viktor Yanukovich ad essere Presidente, ha un programma sociale ed economico che si differenzia ben poco dai principali partiti di opposizione.

Il governo di Yanukovych supporta l’intero processo di privatizzazione dell’economia ucraina che continua dalla fine dell’URSS. Si preparava ad accettare un accordo con l’UE, fino a quando non ha cambiato la sua posizione il 21 novembre. Ha anche inviato una fregata ucraina a partecipare alle manovre dirette dall’Unione Europea conosciuta come Operazione Atalanta per combattere la “pirateria” in Somalia.

Il 3 febbraio, Yanukovich si era offerto di discutere per un governo di coalizione con l’opposizione a condizione che terminassero le manifestazioni.

La segreteria dei partiti comunisti europei ha preso l’iniziativa, riunendosi a Bruxelles il 27 gennaio, facendo la sua valutazione degli avvenimenti dal punto di vista della classe operaia: “i recenti sanguinosi sviluppi in Ucraina dimostrano l’intervento degli Stati Uniti e dell’Unione Europea negli affari interni di questo paese, il conflitto tra settori del capitale con il coinvolgimento di potenze imperialiste in lotta tra loro per il predominio nella spietata competizione per il controllo dei mercati e delle risorse energetiche e il tentativo di intrappolare il popolo dell’Ucraina nel sostegno dell’una o dell’altra parte confliggente“.

Chiamiamo i lavoratori dell’Ucraina a organizzare autonomamente la propria lotta per il socialismo, rispondendo ai propri interessi e non a quelli dell’imperialismo, scelti da questo o quel settore della plutocrazia del loro paese.”. (http://www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemceb05-013960.htm)

La fine dell’URSS è stato un disastro per l’Ucraina

L’Ucraina era la seconda repubblica più sviluppata durante l’esistenza dell’Unione Sovietica, producendo più del 25 % dei beni agricoli. E’ stata anche la seconda più popolosa, con 51 milioni di persone nel 1991.

Da allora, il collasso economico che ha portato la reintroduzione del capitalismo (la produzione ha avuto, entro il 1999, una caduta di circa il 40 % dai valori del 1991), ha costretto 6 milioni di lavoratori ad emigrare verso l’UE e la Russia, e ha causato un calo del tasso di natalità e un aumento del tasso di mortalità. Adesso la popolazione è inferiore ai 45 milioni di abitanti.

Circa il 25 % della popolazione ucraina vive in povertà. Molti dipendono dalle rimesse dei due milioni di giovani lavoratori ucraini che lavorano nell’edilizia nell’Europa occidentale o nell’agricoltura in Portogallo, Spagna e l’Irlanda (lavoro che non è al livello della formazione che molti hanno avuto nel loro paese). Un numero ancora maggiore di immigrati ucraini lavora in Russia, ma con salari più bassi che in Occidente. Le rimesse rappresentano il 25% del PIL dell’Ucraina.

Il governo e i principali partiti di opposizione che conducono le proteste nella piazza centrale di Kiev rappresentano gli interessi della nuova classe dirigente dell’Ucraina. Questo gruppo di plutocrati è riuscito a impossessarsi della proprietà dello Stato della Repubblica Socialista Sovietica di Ucraina nel 1991. Alcune di queste figure della classe dirigente e dei suoi interessi sono orientati verso l’UE e gli USA; altri hanno interessi più prossimi con i loro omologhi nella Russia capitalista.

Contrariamente a quanto sostengono i gruppi pro-USA, l’accordo che Yanukovich “ha rifiutato” lo scorso novembre non porterebbe alcun beneficio al popolo ucraino. Aprirebbe solo l’Ucraina alle merci dall’UE, chiudendo la maggior parte della produzione locale. E nulla avrebbe l’Ucraina membro dell’UE, dall’adesione che consentirebbe ai lavoratori di lavorare liberamente in Occidente. L’accordo avrebbe portato alcuni prestiti, che avrebbero insistito sull’austerità che sta già soffocando i lavoratori in Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e nei paesi dell’UE ancora prosperi.

In sintesi, non sarebbe di alcun beneficio per il popolo ucraino così come non lo è l’Accordo di Libero Commercio Nord-americano per il popolo messicano. E’ stato offerto a Yanukovich un accordo più conveniente dalla Russia capitalista nel mese di dicembre e l’ha accettato. Il 3 febbraio, tuttavia, il governo russo ha fermato l’offerta in conseguenza dell’instabilità a Kiev.

Gruppi pro-occidente hanno innescato una serie di proteste a Kiev dal 21 novembre. Le dimostrazioni sono aumentate di tono nel mese di gennaio, con gli assedi agli edifici governativi e scontri armati e molotov tra manifestanti e polizia.

Gli stessi leader e media che hanno attaccato il governo di Kiev per aver represso le proteste armate gioiscono quando la polizia disperde la folla nelle piazze del movimento Occupy Wall Street negli Stati Uniti, le occupazioni in Germania e quelle del 15M in Spagna.

I politici occidentali, tra cui il senatore John McCain e il sottosegretario di Stato Victoria Nuland, il responsabile della politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton e l’ex ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, il cancelliere Angela Merkel, tutti hanno più volte solidarizzato con le proteste.

Centinaia di organizzazioni non governative, finanziate da questi imperialisti, sono stati attive nell’opposizione, tra cui l’infame Otpor, già finanziato dall’Occidente per rovesciare il governo di Slobodan Milosevic in Jugoslavia. Otpor, tra l’altro è stato consigliere dei membri della destra venezuelana anti Hugo Chavez.

Nessuno dei diplomatici si è degnato di prendere le distanze dal leader del partito filo-fascista Svoboda, Oleg Tiagnibok, e dagli altri gruppi che si rifanno a quelli che si allearono con l’invasore nazista nella Seconda Guerra Mondiale e collaborarono al genocidio dell’Ucraina occupata dalla Germania.

Questi fascisti, che adesso sono alleati dei gruppi di estrema destra europei come il Fronte Nazionale in Francia, hanno svolto un ruolo sempre più attivo nelle proteste, combattendo contro la polizia, attaccando le persone di sinistra, rovesciando statue del rivoluzionario russo Vladimir Lenin.

Chiunque è solidale con la classe lavoratrice ucraina sarebbe costernatoo da una vittoria degli imperialisti occidentali e dal loro appoggio ai fascisti.

Il cambio di governo è una pausa temporanea in una crisi prolungata. Solo una classe operaia indipendente sia dal governo che dall’opposizione, e orientata al Socialismo può tracciare una risoluzione efficace alla crisi.

* membro del Workers World Party statunitense e animatore dell’International Action Center

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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