Il 12 aprile la Rete dei Comunisti sarà in piazza nella manifestazione nazionale convocata contro la Troika e il Jobs Act del governo Renzi.
Saremo in piazza perché il posto dei comunisti è lì dove si manifesta il conflitto sociale e viene indicata la divaricazione tra i diktat degli apparati della classe dominante e gli interessi popolari.
La Rete dei Comunisti aderisce alla manifestazione del 12 aprile perché gli apparati di consenso verso l’ineluttabilità dell’Unione Europea e del governo Renzi devono verificare che c’è un pezzo di società in carne ed ossa che non accetta i riti del teatrino della politica.
Questo pezzo di società, composto da lavoratori, disoccupati, settori popolari e pezzi di ceti medi bruscamente proletarizzati, loro malgrado, oggi sarebbe largamente maggioritario, reso tale dalle misure di austerità e dall’impoverimento imposti dall’Unione Europea.
Ed è proprio in questo dato che leggiamo anche i limiti della manifestazione del 12 aprile.
Lo stesso avversario di classe è stato costretto a registrare il successo politico ottenuto dalla due giorni di mobilitazione sociale, sindacale e politica del 18 e 19 ottobre scorsi. L’alleanza tra movimenti, sindacati conflittuali e organizzazioni anticapitaliste in quella occasione ha dimostrato la propria forza ma soprattutto le sue possibilità.
Quell’esperienza aveva tutte le carte in regola per intercettare e organizzare il crescente ripudio di massa dei diktat dell’Unione Europea, dei vincoli dei suoi trattati, dell’ideologia che ispira la sua sua funzione.
Aver abbassato il tiro nell’individuazione dell’apparato del nemico principale per le classi popolari in Europa – l’imperialismo europeo e il suo progetto sovranazionale – da un lato regala spazi alla destra in Italia e in Europa, dall’altro rende meno leggibili sia le rivendicazioni concrete che quelle generali.
Riteniamo per questo che la manifestazione del 12 aprile vada portata a conclusione come tappa per una nuova mobilitazione nazionale, più chiara nei contenuti, in vista del semestre europeo a guida italiana che inizia a fine giugno e del vertice europeo sulla disoccupazione che in qualche modo ne rappresenta il primo passaggio.
Lavoreremo fin da subito affinché questi appuntamenti recuperino la forza del 18 e 19 ottobre e indichino chiaramente che la rottura dell’Unione Europea – dunque dell’apparato del polo imperialista europeo – abbia l’adeguata centralità nella piattaforma e nei momenti di confronto e costruzione delle prossime mobilitazioni.
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