Molte delle ‘reti precarie’ hanno per ora mancato l’appuntamento. Al di là della partecipata e interessante assemblea di domenica sera in Piazza Montecitorio, fino a stamattina davanti al Parlamento si sono fatti vedere in pochi. Un segno di debolezza del movimento che sta ancora prendendo forma, evidentemente.
Neanche le performance teatrali di Ulderico Pesce e degli occupanti del Teatro Valle sono riuscite ieri sera a riempire la piazza, tra studenti alle prese con gli esami e qualche “orgoglio di sigla” di troppo.
Eppure l’indignazione precaria ha comunque preso le forme di un rumoroso e determinato presidio di massa, iniziato a metà mattinata proprio in Piazza Montecitorio, quando al gruppetto di precari della scuola che da alcuni giorni campeggiano e fanno lo sciopero della fame si sono aggiunti alcune centinaia di precari della pubblica amministrazione, di lavoratori socialmente utili, di ex-Lsu impiegati nelle pulizie delle scuole – che oggi hanno anche scioperato rispondendo all’appello dell’Unione Sindacale di Base.
Tutti a rivendicare il loro diritto ad un lavoro stabile e dignitoso, a dire no ai tagli e ai licenziamenti, a sfiduciare non solo il governo Berlusconi ma tutta una classe politica che ‘non ci rappresenta’, come hanno dimostrato i recenti referendum spesso citati negli interventi degli attivisti. A premere sulle transenne e sui cordoni di Polizia in assetto antisommossa c’erano anche i senza casa e gli attivisti di Roma Bene Comune, che alla denuncia contro le nefandezze del governo nazionale aggiunge la protesta contro il bilancio ‘lacrime e sangue’ e le privatizzazioni della giunta Alemanno. ‘Il Campidoglio e Montecitorio non sono poi così lontane’ spiega Paolo Di Vetta, dei Blocchi Precari Metropolitani. A portare la propria solidarietà ai precari e a rappresentare una sfiducia complessiva al palazzo – inclusa quindi quell’opposizione complice con Berlusconi sulle politiche economiche e sull’ideologia del ‘precario è bello’ – qualche attivista dei gruppi e dei partiti della sinistra: Cobas, Sinistra Critica, Rete dei Comunisti, Federazione della Sinistra.
Con il passare dei minuti la tensione sale, i manifestanti premono, urlano, inveiscono contro il Palazzo e chi lo occupa: “Dimissioni”, “Berlusconi vattene” e il meno politicamente corretto ‘Berlusconi pezzo di m…’ riecheggiano per un po’ sotto gli sguardi incuriositi dei turisti arrossati dal sole. La rabbia precaria non è un artificio simbolico. E la manifestazione non è un pranzo di gala… Ad un certo punto contro Montecitorio parte un fitto lancio di uova, patate, verdure, bottigliette, e libri (e poi dicono che la cultura non serve a niente!). Un sonoro petardo (che per le agenzie e per la redazione romana di Radio Popolare diventa una pericolosissima ‘bomba carta’!) completa la coreografia. Ed è in quel momento che all’indignazione precaria il fitto schieramento di Polizia risponde con una pesante carica e con il tentativo, poi rientrato, di trascinare via Paolo Di Vetta. Preso a ceffoni e a pugni dai poliziotti, che ad un certo punto lo trascinano con una violenza tale da fargli perdere i pantaloni… “Quasi una involontaria metafora dei precari lasciati in mutande da questo sistema” ironizza qualcuno a fine mattinata. La squadra dei celerini entra in piazza da dietro e aggredisce i manifestanti alle spalle.
Ma nonostante le botte in piazza i precari e gli occupanti delle case resistono, urlano ‘vergogna vergogna’. Ma la piazza non si svuota, anzi. Lavoratori precari, mamme coi figli in carrozzella e bidelli tengono duro e dopo qualche minuto il presidio si trasforma in un corteo che attraversa determinato le vie del centro di Roma, blocca Largo Argentina e Corso Vittorio Emanuele, manifesta sotto la sede del Ministero di Brunetta (in questa fase gli insulti più fantasiosi hanno la meglio) per poi fare una tappa sotto il teatro Valle occupato e tornare infine a Montecitorio. I giornali parlano, come al solito, di scontri tra ‘Cobas e polizia’, ma la bolscevica edizione online del Corriere della Sera denuncia che “alcune persone in borghese sono state protagoniste di episodi di aggressione nei confronti dei manifestanti e dei giornalisti che assistevano alla scena. Uno dei manifestanti è stato colpito in volto da alcuni agenti della polizia. Strattonato, è caduto con la schiena a terra”.
*Radio Città Aperta
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