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Una mobilitazione internazionale per i prigionieri palestinesi

 

Dall’occupazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza nel 1967 sono passati per le carceri israeliane più di 800.000 palestinesi, il che vuol dire quasi il 20% della popolazione palestinese dei territori occupati.

Questo significa che abbiamo il diritto di essere orgogliosi di questi eroi e di celebrare la loro giornata.

È un dovere documentare le violazioni israeliane dei diritti dei detenuti che subiscono tutte le pratiche, a dir poco disumane: severissime torture che tante volte hanno causato dei danni fisici irreparabili; e la morte in molti altri casi, come accaduto negli ultimi mesi con due martiri MAYSARA ABU HAMDIEH e ARAFAT GIARADAT.

Nonostante le barbarie dei carcerieri israeliani, i detenuti palestinesi sono decisi più che mai a continuare la loro lotta e la loro resistenza fino alla loro liberazione. Dobbiamo elogiare la loro battaglia dello sciopero aperto della fame, chiamato “Stomaci Vuoti”, grazie al quale hanno potuto ottenere dei minimi diritti per i detenuti. Una battaglia che non è esaurita e andrà avanti finché non verranno rilasciati.

 

Oggi sono 5224 i detenuti palestinesi nelle carceri e nelle celle di isolamento israeliane:

– molti di loro in carcere da più di 30 anni, un esempio è il Decano Karim Younis, dei palestinesi del 1948;

– 183 in stato di fermo amministrativo;

– 21 donne;

 

– 210 bambini, di cui 28 di un’età compresa tra i 14-16 anni;

    – 11 Parlamentari.

 

Dobbiamo denunciare la detenzione del leader Marwan Barghouti, parlamentare palestinese e membro del Comitato Centrale di Al Fatah, condannato a 5 ergastoli; Ahmed Saadat, parlamentare e Segretario del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina, condannato a 30 anni; Amir Macchoul del 48, Segretario del Comitato di Difesa delle Libertà.

Il governo israeliano si distingue nell’inventare dei motivi di arresto e nell’attuare illegittimamente ed illegalmente gli arresti: cosa significa “arresto amministrativo” senza nessun capo d’imputazione? E perché i detenuti palestinesi vengono trasferiti dalla loro terra nei carceri all’interno d’Israele se non la violazione della Convenzione di Ginevra che riguarda i prigionieri?

Israele, il suo governo e la sua direzione delle carceri, non rispettano nessun diritto umano e nessuna convenzione internazionale, considerandosi al di sopra di ogni legge, diventando così uno Stato di apartheid che meriti la punizione.

Dopo un’interruzione di 3 anni circa, la leadership palestinese, con delle garanzie degli Stati Uniti, ha accettato di ritornare al tavolo dei negoziati, che dovevano concludersi dopo 9 mesi dal loro inizio, ma fin dal primo giorno la questione dei detenuti era tra le questioni principali, dove si è concordato il rilascio di 104 di coloro che stanno nelle carceri da moltissimi anni.

Israele ne ha rilasciati solo 74, ed il governo ha deciso di bloccare la liberazione degli ultimi 30 che comprendono detenuti dei territori del 48, non rispettando gli accordi iniziali, con il chiaro intento di far fallire i negoziati, e non arrivare alla soluzione finale che consiste nella soluzione di due Stati: lo Stato della Palestina sui territori occupati nel 1967 accanto allo Stato d’Israele.

E dobbiamo ricordare che durante le trattative, ,Israele ha continuato con l’arresto di decine di cittadini palestinesi, ogni giorno senza veri motivi e senza attenersi alle leggi internazionali.

Noi ribadiamo con forza che la battaglia per la liberazione dei detenuti è essenziale insieme a quelle che riguardano: gli insediamenti, i profughi, le acque, i confini e Gerusalemme Est capitale dello Stato della Palestina.

Perché senza soluzione di tutte queste questioni, non si realizzerà né la stabilità né la pace.

Il Segretario di Stato americano Kerry, davanti alla Commissione Esteri del Senato americano ha accusato il governo israeliano di essere il maggior responsabile del fallimento dei negoziati; pertanto la richiesta palestinese di aderire ai trattati ed alle organizzazioni internazionali è conseguenza delle decisioni di Israele di bloccare la liberazione di 30 detenuti e di costruire 700 unità residenziali in Cisgiordania.

Ribadiamo che il governo israeliano ignora e non rispetta le convenzioni internazionali in nessun campo, perciò chiediamo alla comunità mondiale ed in particolar modo al Quartetto, agli Stati Uniti, all’Unione Europea ed alle Nazioni Unite di esercitare le pressioni e le punizioni dovute sul governo israeliano per indurlo al rispetto dei diritti del popolo palestinese, nel rispetto della legalità internazionale ed andare avanti in trattative serie che devono concludersi con la creazione dello Stato della Palestina sui territori palestinesi occupati nel 1967 con Gerusalemme Est Capitale.

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