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Bologna. “Sgomberata” iniziativa elettorale del PD

Nel pomeriggio del 7 Maggio i compagni della campagna Noi Restiamo assieme alla Rete dei Comunisti, al sindacato USB, a ROSS@ e ASIA sono entrati nel luogo in cui doveva avvenire la presentazione dei candidati alle elezioni europee del Partito Democratico.

All’indomani dell’indecente approvazione sulla fiducia, in senato, del decreto legge “Jobs Act”, la nuova trovata per creare posti di lavoro sempre più precario e sempre meno pagato, un nucleo variegato di lavoratori, studenti, occupanti di case e migranti ha occupato la sala e impedito l’incontro contestando questo partito falsamente democratico.
Falsamente perchè difende e sostiene il fatto, in maniera completamente autoritaria, che per risolvere i problemi attuali la soluzione sia continuare a supportare il progetto politico dell’Unione Europea, subendo le catastrofiche conseguenze delle politiche di austerità e dominio economico che questa impone.

Unione Europea che se da un lato mostra il volto di garante di una pace sociale (per pochi), dall’altro è agente tutt’altro che pacificatore della maggior parte dei conflitti che si sono svolti e si svolgono ai confini dell’unione stessa.
E oltre a questo la brillante soluzione proposta dal governo Renzi al sempre più desolante panorama della produzione di lavoro in Italia, in un primo tentativo è stata quella di proporre nuove forme di lavoro frammentato e precario, in seconda battuta è quella di farsi auto-delegare la possibilità di esprimersi in materia mediante un disegno di legge.
Noi, come campagna, ci opponiamo alle migrazioni di studenti o neolaureati imposte da una scarsa attenzione alle necessità reali della popolazione e all’impossibilità di costruire le basi per un futuro a tempo indeterminato. Complici di questo sono i meccanismi di smantellamento del welfare, che stanno ormai lasciando sempre più persone senza nemmeno un tetto sulla testa, e tutte quelle che sono misure di creazione di persone che per vivere devono vendersi sempre di più al mercato delle aziende, anche rinunciando ai propri saperi e al proprio senso critico.
Simbolicamente l’atto, da parte dei militanti politici presenti, di “riordinare”la sala dove avrebbe dovuto tenersi il comizio vuole essere la dimostrazione che esiste ancora chi non crede alle favole di una borghesia ben agghindata che si finge portavoce degli interessi del popolo, e che è giunto il momento di operare un cambiamento radicale, sgomberando le stanze inaccessibili dei poteri elitari e riportando la politica nelle strade, nelle piazze, per costruire alternative possibili per il futuro.

Coscienti quindi di chi al momento rema contro un benessere generale per aumentare i propri profitti, noi riteniamo che questo sia solo un piccolo passo di una lotta verso la riappropriazione dei propri diritti, e della tutela di questi.

Noi Restiamo 7/5/2014

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