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Rompere la gabbia dell’Unione Europea: verso ed oltre la manifestazione del 28 giugno

Non è stato facile promuovere, ed in queste settimane, organizzare la prossima manifestazione nazionale di sabato 28 giugno a Roma contro l’Unione Europea.

Ancora in questi giorni sono in corso riunioni, la stampa dei manifesti e tutte le varie iniziative territoriali che dovranno concorrere alla piena riuscita di questo importante appuntamento di mobilitazione.

Una manifestazione che vuole essere da positivo viatico al dispiegarsi di una campagna politica vera e propria – il contro semestre europeo – che punta esplicitamente al consolidarsi di una diffusa opposizione politica e sociale durante tutto l’arco temporale in cui l’Italia ricoprirà la funzione di presidenza dell’Unione Europea.

Una ulteriore tappa – per quanto ci riguarda – della battaglia che, da anni, stiamo promuovendo contro l’Europa Imperialista, contro il continuo divenire della sua originale forma statuale e contro il suo operato antiproletario in ogni campo.

Una battaglia iniziata da oltre un decennio sfidando, sul piano teorico e culturale, una consolidata e malsana idea di Europa sociale che albergava, ed ancora alberga, in gran parte della sinistra italiana ed europea.

Una Manifestazione oltre la ritualità e

per aprire una campagna di lotta diffusa territorialmente

Non sveliamo nessun mistero se affermiamo che per molti compagni ed attivisti, nei movimenti di lotta ed oltre, il tema dell’aperta ostilità al complesso dei dispositivi economici e normativi su cui si fonda l’azione generale e particolare dell’Unione Europea è ancora un obiettivo poco centrale o, fortemente, sottovalutato.

Infatti – come Rete dei Comunisti assieme ad altre soggettività politiche sociali – abbiamo dovuto insistere, non poco, per affermare nelle discussioni collettive la necessità, e quindi l’urgenza, di costruire un appuntamento centrale di mobilitazione che ponesse il tema della Rottura dell’Unione Europea come il dato politico agglutinante attorno cui le variegate espressioni del conflitto possono riconoscere un terreno unitario di lotta e di organizzazione.

Quando abbiamo concepito la parola d’ordine del Contro semestre europeo abbiamo immaginato un azione politica che dovrà proiettarsi oltre il corteo del 28 giugno per assumere, nei posti di lavoro, nei territori e nell’insieme della società, un profilo duraturo e non episodico.

I variegati effetti antisociali dell’Unione Europea sono oramai leggibili ed interpretabili in ogni snodo della vicenda politica del nostro paese, nell’insieme delle dinamiche economiche che attraversano tutte le deliberazioni incardinandole ai tetti di bilancio, alla spending rewiev e al fiscal compact e in alcune lente, ma significative, trasformazioni della forma giuridica dell’Unione Europea le quali riverberano, con modalità autoritarie, dispotiche ed antidemocratiche, anche nei vari recinti nazionali.

Si tratta, dunque, se vogliamo veramente impegnarci per prospettare una rottura possibile di questo processo sovranazionale, http://www.retedeicomunisti.org/index.php/documenti/507-l-unione-europea-e-il-blocco-sociale-antagonista-la-rottura-possibile, di costruire, anche sul versante della mobilitazione sociale, i passaggi politici/organizzativi indispensabili per favorire la connessione di questi temi con i settori del blocco sociale che, almeno potenzialmente, possono collocarsi, fin da subito, in una dimensione di critica vera, conflittuale ed agente all’Unione Europea.

Un Contro semestre, quindi, capace non solo di produrre manifestazioni e momenti di esemplificazione pubblica di carattere generale ma, soprattutto, un insieme di iniziative articolate e generalizzate territorialmente che riescano ad aggredire i vari nessi politici, economici e sociali che afferiscono alla crescente immanenza pervasiva dell’operato dell’Unione Europea e delle sue istituzioni.

I recenti risultati della consultazione elettorale ci consegnano uno scenario, a scala continentale, dove, complessivamente, traspare, seppur in forme diversificate, una situazione di consistente criticità diffusa alla costruzione dell’Euro/Polo ed alle scelte della Trojka.

Tale contraddizione (per quanto può, al momento, rappresentarsi in forme spurie come in Francia o con modalità più chiaramente leggibili come in Spagna, Grecia ed altri paesi)  va allargata e sistematizzata culturalmente e politicamente. In tal senso, con una attitudine internazionale ed internazionalista, come Rete dei Comunisti, avanziamo una proposta che definiamo di ALBA Euro/Mediterranea la quale intende offrire una prospettiva credibile di rottura della gabbia dell’Unione Europea.

Parimenti la lentezza politica con cui le forze anticapitaliste, del sindacalismo di classe e dei movimenti di lotta approcciano all’obiettivo della critica a tutto campo dell’Europa Imperialista apre, oggettivamente, il varco ad ipotesi populiste o, apertamente, reazionarie le quali possono trovare, a vario titolo, sintonie elettorali e sociali con settori consistenti di popolazione che stanno subendo, sul terreno delle proprie condizioni di vita e di lavoro, un accertato peggioramento e declassamento sociale.

In tale contesto si colloca la campagna unitaria del Contro semestre la quale potrà avere una spinta propulsiva di medio termine se, a partire da questi giorni che ci separano al 28 giugno, riuscirà ad incunearsi nei territori suscitando, promuovendo e coordinando unitariamente l’intera gamma di iniziative necessarie all’obiettivo a cui ambiamo da ora al prossimo autunno.

L’appuntamento a breve su cui occorre puntare – in ogni caso – è per la manifestazione di Roma http://www.retedeicomunisti.org/index.php/documentirdc/504-il-28-giugno-a-roma-rompere-l-unione-europea la quale dovrà sancire l’esemplificazione materiale di una idea/forza che dovrà riprodursi, creativamente, nei vari specifici territoriali per dare voce, forza e rappresentanza al Contro semestre europeo.

* Rete dei Comunisti

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