Ieri mattina assieme ad altre realtà antagoniste cittadine abbiamo voluto fare sentire la nostra voce al convegno organizzato in Sala Borsa da Regione, Provincia e Comune dall’ossimorico titolo: “La garanzia giovani parte. Con le imprese”.
Ci siamo presentati a una «festa» a cui non siamo stati invitati pur essendo gli oggetti protagonisti delle belle parole che venivano spese lì dentro: giovani, lavoro, garanzie. Ci siamo presentati per ricordare a tutti che non lasceremo prendere ad altri le decisioni che riguardano il nostro futuro.
Il progetto che ci viene offerto è molto lontano da ciò che si può definire «garanzia». L’unica soluzione che continuano ad offrire al problema della disoccupazione giovanile in questa Garanzia Giovani rispecchia lo spirito del Decreto Poletti (Jobs Act): precarietà diffusa e lavoro praticamente gratuito nelle forme contrattuali degli stage e degli apprendistati, forme di sfruttamento che garantiscono solo forza lavoro non pagata alle imprese.
Non potrebbe essere altrimenti visto che questo piano segue le linee guida per i giovani dell’Unione Europea, assai poco interessata alla garanzia di un lavoro dignitoso per i giovani dei paesi più colpiti dalla crisi (l’esempio Greco insegna) ma molto più interessata a garantirsi manodopera a basso costo, flessibile.
I più fortunati, quelli che si sono potuti formare, infatti, hanno la grande opportunità garantita dall’unione delle frontiere europee di emigrare per andare nei paesi del nord a vendere il proprio lavoro per due lire in più; per gli altri precarietà e sfruttamento.
Oggi ribadiamo la nostra opposizione alle politiche europee e ai loro fantocci politici italiani che a suon di tagli e riforme sul lavoro distruggono ogni prospettiva di vita dignitosa per vecchie e nuove generazioni delle classi popolari.
Il controsemestre popolare continua.
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