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Il sostegno di Ebrei contro l’Occupazione alla mostra sui rifugiati palestinesi di Torino

“Il lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata” non può che contribuire alla pace.

Rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione si congratula con gli organizzatori della mostra itinerante “Il Lungo Viaggio della popolazione palestinese rifugiata”, curata dall’UNRWA – agenzia ONU per i rifugiati palestinesi – e attualmente esposta presso il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino. 
La mostra documenta la vita e la sofferenza dei rifugiati palestinesi, una popolazione che oggi – a 66 anni dalla prima guerra arabo-israeliana – conta oltre 5 milioni di persone. Guardarli negli occhi è il primo imprescindibile passo verso la pace.

Si tratta di persone che, nel 1948, hanno visto collassare la propria società. È la storia di un Paese che improvvisamente si svuota perdendo nel giro di pochi mesi circa due terzi dei suoi abitanti, è la storia di famiglie sparse ai quattro venti. È la Nakba. E poi i 66 anni di esilio, insicurezza e povertà: anni in cui Israele, che ha reso queste persone profughe, nega loro il diritto al ritorno a casa, anni in cui il conflitto si acuisce e la conta dei morti continua a salire, anni in cui a volte si è costretti alla fuga più volte – come accadde questa estate a molti profughi nella Striscia di Gaza sotto i bombardamenti israeliani di “Margine Protettivo”, o ai rifugiati nel campo profughi di Yarmouk, in Siria, sotto i bombardamenti delle forze governative siriane durante i combattimenti tra le forze di Assad e le fazioni dissidenti. E mentre nei campi profughi le tende vengono sostituite da baracche, il Paese viene trasformato e colonizzato da altri. I negoziati infiniti sembrano dimenticare i profughi. La speranza viene meno. Aumenta invece la disperazione. 

Spiegare e ricordare tutto ciò è doppiamente importante perché in questo caso non si tratta solo di commemorare una catastrofe passata per trarne insegnamenti e far sì che non si ripeta, ma anche di riconoscere e fermarne una in corso, una Nakba continua. 

Tener viva la memoria, contrastare la disumanizzazione dei profughi e riportare i loro diritti dimenticati al centro dell’attenzione è un dovere etico per chiunque, e non può che contribuire alla pace, far bene all’umanità tutta. 
L’archivio dell’UNRWA è un patrimonio inestimabile: in tutti questi anni l’agenzia ONU è stata un’ancora di salvezza per i profughi palestinesi, fornendo loro aiuti umanitari, assistenza sanitaria, educazione ed altro ancora in 59 campi profughi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania, Giordania, Libano e Siria. Se c’è un’organizzazione al mondo capace di testimoniare la storia e la situazione attuale di queste persone, che le ha accompagnate ovunque lungo l’intero periodo, questa organizzazione è proprio l’UNRWA.  
E se c’è un museo adatto a ospitare una mostra del genere, questo è proprio il Museo della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà; museo dedicato alla Seconda Guerra Mondiale e alle sue conseguenze. Perché è a seguito degli orrori di questa guerra che è nato il diritto internazionale umanitario, quello che riguarda la protezione delle vittime dei conflitti armati, fondamento del lavoro dell’UNRWA. 

26 nov 2014

Rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione

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