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Il 12 dicembre contro il Jobs Act, ma su una via diversa

Il 12 dicembre milioni di lavoratrici e lavoratori sono chiamati a scioperare contro il Jobs act, dopo che questo è stato già approvato, e contro la politica economica del governo Renzi, senza metterne in discussione i vincoli del pareggio di bilancio che impediscono un ruolo attivo dello Stato contro la disoccupazione e la precarietà. Ai lavoratori e alle lavoratrici vanno tutta la nostra solidarietà, sostegno,  partecipazione, ma non possiamo tacere che CGIL, UIL e UGL si battono solo per salvaguardare il proprio potere e per riconquistare un posto al tavolo della concertazione. Infatti non possiamo dimenticare che chi proclama quella giornata di sciopero, la Cgil per non parlare di Uil e Ugl, non ha contrastato le scelte che ci hanno portato a questo disastro.  Con il governo Monti è passata l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, la riforma delle pensioni e la prima modifica dell’articolo 18 senza contrasto e anche con complicità da parte di Cgil Cisl Uil. Il 10 gennaio 2014 è stato firmato e ora si sta applicando il Testo unico sulla rappresentanza, che vuole estendere ovunque il modello Fiat. In questi mesi si sono svolte lotte e mobilitazioni sociali e ambientali che i grandi sindacati confederali hanno ignorato o osteggiato. Continua nelle vertenze quotidiane da parte di Cgil CISL UIL quella pratica concertativa che è causa di tante sconfitte. Infine tutti i principali ex dirigenti della Cgil in parlamento hanno approvato il Jobs Act e poi saranno in piazza il 12 senza aver ricevuto neanche una critica dal gruppo dirigente della confederazione. 

Tutto questo ci fa dire che se è comunque importante che nello sciopero del 12 si faccia sentire più forte possibile la rabbia del lavoro che paga tutta la crisi, dissentiamo dalla piattaforma dello sciopero  e  riteniamo che con le intenzioni di chi lo ha indetto  si preparano solo nuove ritirate e cedimenti. Bisogna seguire una via diversa.
La via è quella indicata dalle manifestazione del 18 e 19 ottobre 2013 e dagli scioperi del 24 ottobre e del 14 novembre 2014, che hanno delineato una piattaforma sociale contro l’austerità della UE e contro la passata concertazione, che a differenza di Cgil CISL UIL non rimpiangiamo. La via è quella della lotta ad oltranza contro il governo Renzi e le politiche dell’Unione Europea e non quella di ricercare un dialogo con chi ha cancellato lo Statuto dei Lavoratori e liberalizzato i contratti a termine.
La via è quella della lotta  lotta intransigente contro precarietà, disoccupazione, sfruttamento nella maniera più articolata e diffusa possibile, contro i padroni e quel  sistema di potere che vede oramai il PD  come il suo principale garante e gestore. La via è quella del rifiuto della UE della Troika, dell’austerità, dell’Euro.
Tutte le lotte sono importanti oggi e per questo siamo con chi sciopererà il 12, con  l’impegno però a far sì che il movimento di lotta continui su piattaforme e obiettivi ben diversi da quelli confusi e fallimentari di CGILCISLUIL.


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