Mi dispiace, scrivo di getto, cosa che di solito evito, per scrupolo di rigore nell’espressione. Ma non si può sempre essere bloccati dallo scrupolo di rigore, diciamo, teorico o di responsabilità rispetto ai più giovani…
C’è in corso sul secondo canale la Trasmissione Virus. Ecco : SALVINI e il conduttore PORRO che subdolamente lo sobilla, mi danno un colpo di sangue agli occhi, furore e voglia di andar lì e sfasciare tutto.
Dopo anni e anni passati da me e, francamente, troppo pochi altri, ad avere il torcibudello e voglia di strapparsi i capelli rispetto al ”razzismo morale” dei girotondisti varî, all’effetto di diversione e di appannamento di ogni possibilità di critica radicale, di azione collettiva indipendente, di rivolta contro, non già degli epifenomeni, delle ”parti per il tutto”, delle ”deviazioni” che invece sono regola (insomma, ‘l’albero che nasconde la foresta’…, i “politically correct” come distruzione pratica di ogni capacità di “pensare il mondo dal punto di vista della sua radicale trasformabilità”, che ti fanno pensare ad ogni dieci parole “But it’scapitalism, Darling!”, ‘ma è la logica dell’economia, è lo Stato, sono le regole, le forme sistemiche, la legalità & tutto quel che segue che spiegano quello che attribuite a questo e quell, al più, corollario…), pur continuando a pensare queste cose, trovo che c’è nelle cose e nell’aria uno strappo, un qualcosa di fosco, inquietante in corso.
Sentire come Salvini, sobillato dal conduttore col suo sorriso infame, arriva a parlare dello “jus soli”, dei bambini Rom, ‘extracomunitarî’ &tcetera, fa pensare che vale la pena di mettere a rischio tutto, quello che resta della propria vita, pur di fermare questo orrore peraltro déjà vu!
Certo, non mi viene in mente che, “essendoci Annibale alle porte”, valga la pena di intrupparsi in blocchi e fronti del “meno peggio”. Perché “meno peggio”, sul piano istituzionale, della società “civilizzata”, non c’è. La stessa autodecretata intellighentzsija levigata, “bo-bo”, dimolto eccelsa, che è ancora maggioritaria nei mass-media ‘main stream’, sta abiettamente costruendo l’effetto-Salvini. Addirittura, spariti Grillo e Bergoglio (che certo, l’uno e l’altro non sono “la mia tazza di the”…) a favore di un’orgia di Salvini, Meloni &tcetera. Che siano coglioni, miopi, “troppo furbi” che fanno gli apprendisti stregoni, non mi consola. Già non mi appartiene quella che, con espressione che perfettamente rende l’idea, in tedesco si chiama “Schaden-freunde” (e pazienza se sbaglio le majuscole e altro) : che vuol dire “gioia della malignità”, espressione più forte che quella di “giubilazione del negativo”, e che designa il fiele delle “passioni tristi”, risentimento, rancore, fino all’autodistruzione eventuale… Inoltre, so bene che prima che eventualmente dovessero arrivare a pagare loro, questi “professionisti del benpensantismo dorato”, figurarsi quanto avrebbero già pisciato sangue i proletari, uomini, donne….
Dico solo che siamo arrivati alla costruzione sistematica, subdola e sfrontata assieme, di un personaggio che non esito a definire (e mi rincresce se il termine è stato usurato, inflazionato da riti pluridecennali), un calco grottesco sinistro di ‘principî attivi” già visti. Salvini oggi, e il suo aeropago, sono una banda di cripto-nazistoidi nelle cui braccia la società politica spinge genti che si industria a ridurre a teppa, servo/padronale e maramalda. Se “la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa”, questo non vuol dire che la farsa non possa unire al grottesco il sinistro, rimbalzando in basso…
Quando si parla in quei termini di bambini, questo è cartina di tornasole che inequivocabilmente evidenzia il misto orrendo di essenzialismo e colpevolismo che è inequivocabilmente nazista e capace di tutto, di tutto il peggio.
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Eros Barone
Naturalmente condivido ciò che scrive Scalzone. E come potrei non farlo se nel 2008, per aver definito in un mio articolo la Lega Nord come formazione nazifascista, mi sono beccato una denuncia e una richiesta di risarcimento di 50.000 euro (sono stato assolto nel processo di primo grado; ora c’è il processo di appello). Occorre nondimeno riconoscere che la trasformazione della Lega Nord da partito secessionista e nord-sciovinista in partito nazionalista ed anti-euro costituisce un notevole successo del camaleontismo politico-ideologico di Matteo Salvini. Questi, dopo avere stretto una stabile alleanza con il Front National di Marine Le Pen ed essersi organicamente integrato nel gruppo di estrema destra all’europarlamento, è riuscito a rilanciare una Lega Nord che sembrava destinata all’estinzione, inceppata per un verso dal colorito familismo amorale e per un altro verso dal grigio governismo istituzionale. In pochi mesi, invece, la Lega Nord ha rinsaldato le sue posizioni adottando e applicando quello che si può definire il ‘modello Borghezio’, cioè scendendo e operando con efficacia sull’antico terreno della xenofobia e dell’islamofobia, della retorica populista e della mobilitazione reazionaria delle masse. Archiviata la linea secessionista, è stata così inaugurata la linea nazionalista, secondo la quale il problema non consiste più nel distacco del Nord dal Sud d’Italia, ma nella fuoriuscita dell’Italia intera dall’euro. Il logico corollario della nuova linea nazionalista è la polarizzazione, coscientemente perseguita, dei variegati gruppi dell’estrema destra intorno al fulcro leghista e la loro valorizzazione nelle campagne di difesa dell’italianità contro le diverse ‘invasioni’ (dai migranti clandestini ai rom, dai musulmani ai profughi di guerra) che minaccerebbero il nostro paese. È stata in tal modo sdoganata, come si è visto nelle manifestazioni contro gli immigrati promosse e organizzate dalla Lega Nord, una formazione politica, “Casa Pound”, che non si cura di nascondere o di velare, ma rivendica apertamente la sua ispirazione fascista e la traduce in atti violenti e aggressivi come quelli che hanno determinato il grave ferimento di un militante antifascista a Cremona. La linea che caratterizza questo pericoloso coacervo di forze di estrema destra è quella di raccogliere consensi e basi di massa tra i settori operai e popolari maggiormente colpiti dalla crisi economica e sociale: settori che, a causa del disarmo ideologico e dell’abbandono politico delle periferie metropolitane da parte della sinistra revisionista e riformista, sono anche potenzialmente sensibili al richiamo del “sole nero degli oppressi”, rappresentato dalla mitologia populista e ultranazionalista del fascismo e dal nazismo. Così l’odio per l’Unione Europea non viene alimentato per il carattere imperialista, capitalista e liberista di tale conglomerato, ma per il suo carattere mondialista ed omologante, quindi antitetico all’identità nazionale, laddove l’obiettivo che viene perseguito non è il cambiamento del sistema economico-sociale e il rovesciamento dei rapporti di forza tra le classi, ma la preservazione, per l’appunto, dell’identità nazionale concepita nei suoi aspetti più conservatori e reazionari.
Ancora una volta, gli interessi sociali da difendere in modo preminente sono quelli della piccola borghesia, frazione di classe perennemente incerta e sempre pronta a rivolgere l’aggressività e il risentimento, tipici dei ceti declassati, contro capri espiatori atti a funzionare come valvole di sfogo su cui scaricare i costi della crisi.
Ma il dato più allarmante, spesso sottaciuto da coloro che dovrebbero denunciarlo (sindacalisti in primo luogo), anche se è l’aspetto maggiormente preoccupante della congiuntura attuale, è la crescente adesione del voto operaio, che la Lega Nord sta riscuotendo. Il dato per la verità non è nuovo, poiché nelle regioni settentrionali e segnatamente in Lombardia da tempo esiste tra non pochi operai la ‘doppia militanza’ sindacale e politica. Nuova è invece la convergenza sulla Lega Nord da parte dell’organizzazione operaia per eccellenza, la Fiom. Basti pensare che pochi mesi fa il segretario regionale lombardo della Fiom, Mirco Rota, ha aderito ufficialmente al referendum contro la legge Fornero promosso dalla Lega Nord. Un caso finora isolato, ma che rivela il duplice profilo del “partito operaio e piccolo-borghese” di Salvini, reso sempre più incisivo dalla disgregazione sociale e dall’inerzia o dalla complicità della sinistra revisionista e riformista. La miscela esplosiva che si sta formando è dunque micidiale e gravida di funeste conseguenze: la linea che fonde l’appello alla difesa dell’ordine esistente e alla sicurezza contro le invasioni dei clandestini con l’idea di un ritorno ad un nazionalismo autarchico, polarizzando settori operai e popolari nei quartieri devastati dalle politiche neoliberiste e collegandosi con lo squadrismo di “Casa Pound” e di “Forza Nuova”, può condurre, in assenza o carenza di validi anticorpi, ad uno sbandamento delle masse popolari in direzione del fascismo ed aprire la strada a tragiche derive autoritarie. Di fronte a questa eventualità, la rapida ricostruzione di un autentico partito comunista del proletariato italiano e la lotta spietata contro l’opportunismo che alligna nelle file del movimento operaio sono gli anticorpi più potenti per impedire un simile contagio e rimettere sui giusti binari il treno della rivoluzione sociale.