Menu

Tre riflessioni sull’orlo dell’abisso

Ultimamente mi capita così di rado di essere d’accordo con le cose che scrive il mio amico Bifo che quando succede sento l’esigenza di rendere pubblico l’evento. Mi riferisco all’articolo “Tre riflessioni sull’orlo dell’abisso”, apparso su “Alfabeta2” http://www.alfabeta2.it/…/tre-riflessioni-sullorlo-dellabi…/ e dedicato alla situazione politica europea. 

A onore del vero trattasi di accordo parziale, nel senso che al ragionamento di Bifo mancano alcuni passaggi che cercherò di esplicitare più avanti, ma veniamo al dunque. Bifo sostiene di fatto un’unica tesi, sviluppandola da tre punti di vista. 

La tesi è che le uniche forze politiche che appaiano oggi in grado di opporsi alla violenza ordoliberista, incarnata dalla leadership tedesca dell’Europa, sono le destre reazionarie. I tre punti di vista che la sostanziano sono, nell’ordine: 

1) il fallimento dell’alternativa rappresentata dai movimenti eredi della tradizione del 68; 

2) il carattere velleitario dei tentativi di opporre le ragioni della democrazia a quelle della “matematica finanziaria”;

3) il ritorno del mito della superiorità ariana: dall’arroganza militare dei gerarchi all’arroganza finanziaria dei banchieri. 

Punto uno. Il fallimento delle ragioni di un europeismo progressista, libertario, egualitario, scrive Bifo, si consuma nel 2005, anno in cui la Francia vota per il referendum sull’adesione alla Costituzione europea. I lavoratori francesi sono consapevoli che votare sì avrebbe sancito “la sottomissione definitiva del loro salario alle regole ferree del neoliberismo: competizione feroce fra i lavoratori, riduzione costante del salario, aumento costante del tempo di lavoro”. Viceversa Cohn Bendit e Toni Negri – icone del movimento post sessantottino – invitano a votare sì, considerando comunque positivo il superamento dello stato nazione. In nome di un’affermazione puramente formale del principio anti-sovranista, commenta Bifo, si aprono le porte all’ascesa del nazionalismo di destra che, da quel momento, appare agli occhi dei proletari francesi (e non solo) come la sola difesa contro la dittatura finanziaria di Berlino. 

Concordo ma dissento sulla data: il suicidio dei movimenti sociali come alternativa credibile al progetto neoliberista risale a molto prima, almeno agli anni Ottanta. La rinuncia alla lotta per difendere e organizzare gli interessi e i diritti collettivi delle classi subordinate, cui subentra quella che Boltanski ha efficacemente definito la “critica artistica” al capitalismo (rivendicazione di libertà individuale, riconoscimento identitario, “autenticità” e diritti civili variamente declinati in chiave femminista, ecologista, pacifista, ecc.) segnano un netto distacco fra sinistre radicali e lotta di classe.

Di più: i valori culturali dei movimenti (autonomia, centralità della persona, orizzontalismo, degerarchizzazione delle istituzioni economiche e politiche, libera creatività individuale, ecc.) diventano, come ancora Boltanski ha ben descritto, le colonne portanti di quel nuovo spirito del capitalismo che ha consentito la disarticolazione del corpo di classe e lo sviluppo di nuove, sofisticate forme di (auto) sfruttamento. Paradossalmente, ciò che viene conservato della tradizione antagonista sono i suoi aspetti più obsoleti, vedi la fedeltà a una tradizione “internazionalista” pateticamente inadeguata a fronteggiare la realtà di un’epoca in cui lo scontro di classe assume la forma del confronto fra mobilità globale dei capitali e resistenza locale delle classi subordinate. Così, invece di ripensare la sovranità popolare in chiave post nazionale (vedi i movimenti latinoamericani) si regala il tema della resistenza locale al nazionalismo reazionario. 

Punto due. Riferendosi all’impossibilità di Syriza di mantenere le promesse elettorali, Bifo scrive: “non penso che siano dei traditori. Penso che abbiano tentato di fare qualcosa che non si può fare… opporre la democrazia alla matematica finanziaria… Hanno tentato di rovesciare l’irreversibile, di evitare l’inevitabile”. Poi cita un’affermazione dei nazisti di Alba dorata: “Adesso Syriza ci proverà e fallirà. Poi verrà il nostro turno”.

La violenza scatenata del finanzismo, commenta Bifo, richiama la violenza speculare del fascismo identitario (che per inciso, vedi la lezione del nazifascismo fra le due guerre, non fermerebbe affatto la marcia trionfale del capitalismo). Già, ma se è vero, come lo stesso Bifo scrive, che “democrazia è divenuta una parola ripugnante e ipocrita”, non sarebbe il caso di ragionare su una resistenza violenta (non in senso militare) che non sia speculare a quella finanzista?

Syriza è davvero disarmata: è davvero impensabile fronteggiare il nemico disdettando il debito, nazionalizzando le banche, riconfigurando la collocazione geopolitica della Grecia (fuori dalla Ue e dalla Nato) dichiarando insomma guerra alla guerra dichiarata dai nazi liberisti? 

Punto tre. Sul fatto che nella cultura tedesca, in barba alle mutazioni del dopoguerra, covi tuttora un demone razzista e imperialista credo non sussistano dubbi: i banchieri tedeschi che esigono che gli altri popoli “meridionali, pigri e ambigui” facciano i compiti a casa manifestano la stessa arrogante aspirazione al dominio dei nonni nazisti sullo “spazio vitale” europeo, anche se non fanno più le guerre in prima persona ma per procura (ieri in Jugoslavia, oggi in Ucraina).

Anche qui concordo, ma mi pare manchi qualcosa. Cosa rispondiamo all’interrogativo: e allora? Non abbiamo nulla da dire in merito agli obiettivi politici che i popoli meridionali, pigri e ambigui dovrebbero darsi e alle forme di lotta da adottare per realizzarli?

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • roberto

    se i popoli meridionali resteranno pigri e ambigui non ci puo’ essere nessuna risposta perche’ le forme di lotta si possono realizzare solo se si vuole lottare.ma non e’ detto che le cose restino cosi’.la storia non e’ una linea dritta.ci sono molti che pensano che i capitalisti si stiano segando il ramo su cui stanno seduti.puo’ essere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *