Se uno parla con il linguaggio di un altro, vince quell’altro. Come è successo in Francia. Dopo i terribili fatti del 13 novembre scorso, Hollande ha parlato col linguaggio di Le Pen. Ieri ci sono state le elezioni e le ha vinte Le Pen.
Fin dai tempi della pubblicità comparativa, permessa negli Usa, ostacolata da noi, divenne evidente che se nella mia campagna do spazio a un concorrente, gli regalo una parte del mio spazio. In politica è lo stesso. Se per fermare l’ultra-destra xenofoba parlo il linguaggio della fermezza, della repressione, dello stato d’assedio, del tricolore e dell’inno nazionale sto facendo una campagna che dà spazio alla destra. Che in Francia se lo è preso tutto.
La comunicazione è diventata molto, addirittura troppo importante. Quando diventa populismo è inarrestabile. Perché se la politica non la sa usare, è la comunicazione che usa la politica. Se la politica non è in grado di progettare nuovi modi per fermare il combinato disposta tra crisi economica e terrorismo islamico comunica intenzioni, non fatti, dunque comunica debolezza e miopia. E vincono rabbia, odio e desiderio di vendetta. Vince chi cavalca gli istinti. Più sono bassi meglio è.
La lezione francese è cocente, ma preziosa per la politica italiana. Think boldly.
da http://www.consorziocreativi.com/
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