Con l’assemblea del 2 dicembre, la Piattaforma Eurostop ha deciso di verificare se ci fossero o meno le condizioni per una partecipazione attiva al percorso della lista elettorale che ha preso il nome Potere al Popolo.
I compagni che hanno avviato questa verifica sono arrivati alla conclusione che tali condizioni c’erano, e con la riunione del Coordinamento nazionale di metà dicembre hanno definitivamente avviato tutti i passi per una partecipazione attiva.
Abbiamo contribuito alla stesura dei 15 punti del programma di Potere al Popolo nel quale ci sono buona parte degli obiettivi fondativi della Piattaforma Eurostop: dalla rottura dell’Unione Europea dei trattati all’uscita dalla Nato, dalle nazionalizzazioni/ripubblicizzazione di banche e aziende strategiche all’amnistia per i reati connessi alle lotte sociali e sindacali. Buona parte non significa tutti. Sul No all’euro ad esempio non si è potuto definire una posizione comune anche se ci sono sensibilità crescenti. E’ evidente che essendo quello di Potere al Popolo un percorso unitario con altre forze si è dovuti convergere su un denominatore comune possibile, così come è stato fatto per le manifestazioni del No sociale lo scorso anno e del 22 ottobre di quest’anno.
In questi giorni comincerà la campagna elettorale. Dal 14 Gennaio fino al 28 gennaio partirà la raccolta di firme per poter partecipare effettivamente alle elezioni. La nuova legge elettorale è un pastrocchio che complica non poco i vari passaggi (basta pensare che le firme, diversamente che in passato, si potranno raccogliere solo tra i residenti nei vari collegi).
Occorrerà quindi un impegno attivo dei compagni e delle compagne di Eurostop in tutte le città dove siamo presenti e dove già siamo attivi nelle assemblee e nei coordinamenti che sono stati costituiti in queste settimane.
Perché riteniamo positivo aver scelto di stare nella campagna elettorale?
Quando abbiamo costituito la Piattaforma Eurostop abbiamo declinato i tre NO costituenti come obiettivi di una strategia di rottura con il quadro esistente, in particolare con gli automatismi degli apparati di dominio costruiti dalle classi dominanti sull’Europa: Unione Europea, Eurozona, Nato. Non si tratta di una “posizione” tra le altre, si tratta di una analisi del mondo in cui viviamo e del quadrante di mondo in cui agiamo: quello europeo e mediterraneo.
La fuoriuscita anche unilaterale da questi apparati regolati da Trattati vincolanti, è per noi la rottura in senso anticapitalista dell’anello debole della catena imperialista europea, che da almeno venticinque anni ha scatenato una guerra di classe contro lavoratori, settori popolari, classi subalterne.
Sappiamo che su questa visione del conflitto di classe ancora non convergono molte delle forze che hanno animato Potere al Popolo né altre al suo esterno. Nonostante la tragica esperienza della Grecia abbia dimostrato l’impraticabilità e le conseguenze politicamente e socialmente disastrose di una visione riformista su Unione Europea/Eurozona/Nato, in Italia sono ancora molti a non porsi questo problema o a porselo in maniera errata. Diversamente in Francia o in Spagna crescono le forze progressiste, anticapitaliste e popolari con una visione più vicina a quella della Piattaforma Eurostop.
La campagna elettorale delle prossime settimane, sarà dunque una occasione per la Piattaforma Eurostop di andare a verificare nella società – e soprattutto nei settori popolari, operai e giovanili – la credibilità delle nostre proposte e della nostra impostazione anticapitalista sulle priorità sociali del paese.
In questi anni abbiamo posto con forza la questione della rappresentanza politica (cosa diversa e assai più ampia di quella meramente istituzionale) a partire dal dato che questa o è espressione di un pezzo di società in conflitto o non è utile al conflitto stesso. Le liste “di sinistra” degli ultimi dieci anni, hanno rimosso completamente questo elemento decisivo pagandone il prezzo e precipitando la sinistra stessa dentro una pesantissima crisi di credibilità tra i settori popolari. L’approccio con cui è partito e si sta cercando di caratterizzare Potere al Popolo dovrà tenere sempre conto sia di questa crisi di credibilità della “sinistra” tra la nostra gente, sia che il perimetro del “popolo della sinistra” non può essere l’unico in cui agire. La sfida che abbiamo accettato vogliamo giocarcele nelle periferie e nei quartieri popolari, tra i lavoratori e tra i giovani che ormai non hanno nulla da perdere ma tutto da conquistare.
Contemporaneamente l’attivizzazione di centinaia di militanti, attivisti, persone nel percorso di Potere del Popolo, consente un confronto e una pratica comune assai più ampio di quello raggiunto in questi due anni. Non è un caso che uno dei temi più discussi – sotto certi aspetti più divergente ma non divisivo – sia proprio quello intorno alla rottura dell’Unione Europea. E’ il segno di aver colto una contraddizione strategica su cui tutti, prima o poi, dovranno fare i conti se vorranno tenere aperto il conflitto di classe nel nostro paese.
La Piattaforma Eurostop esprimerà alcuni candidati nella lista di Potere al Popolo. La scelta è stata quella di dare spazio a compagni e compagne conosciuti nei territori e nelle lotte o a esperti schierati contro l’ordoliberismo. Unica eccezione sarà per il compagno Giorgio Cremaschi che in qualche modo rappresenta la storia comune di tutto il percorso che abbiamo iniziato nel 2011 con il Comitato No Debito, poi con Ross@ ed infine con Eurostop.
La Piattaforma Eurostop è dunque parte integrante e costitutiva del percorso di Potere del Popolo ed agirà per ottenere il massimo risultato, accettando quella sfida lanciata dai compagni di Napoli e che oggi appare molto impervia. Siamo convinti che un buon risultato – anche senza il raggiungimento del quorum – possa rappresentare una capitalizzazione importante per il futuro. Tanto meglio se il quorum verrà superato e Potere al Popolo potrà disporre di un gruppo di “incursori” sul piano istituzionale.
L’appello alle compagne e ai compagni di Eurostop è quello ad una partecipazione attiva e attenta a questa campagna elettorale, soprattutto sul piano delle relazioni con i settori popolari. Saremo dentro la campagna elettorale unitaria di Potere al Popolo con lealtà ma agiremo anche come Piattaforma Eurostop a sostegno della lista Potere al Popolo nei contesti che riteniamo utili alla verifica del nostro impianto.
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Mariuccio
Io “sono contento” che accada cio’ ma mi chiedo in questo contesto e fase storica di lungo periodo: ha un senso oggi scegliere una via elettorale (non mi si fraintenda che violente non ve ne sono di sensate!) quando partiti autoreferenziati ‘comunisti’ ne esistono già 4 o 5 ed in tutto (sempre qualcuno di questi abbia tentato la via elettorale) a malapena ‘fa’ il 2% ????
Oggi -la gente- (e quanti compagni…) vedono solo nel M5s una “via”. Io condivido TUTTE le riserve in merito che non cito nemmeno dandone per scontata la condivisione, ma la domanda resta.
Costruiamo un avanguardia che dietro non ha nulla se non (quello si) un movimento sindacale di base abbastanza forte? E da anni ci diciamo: “però come cresciamo sempre più noi di USB, ORSA, COBAS, SNATER, CUB…! ..ma manca il -partito-“. Secondo la mia più che modestissima impressione seguitiamo nell’empasse. Forse non siamo ancora troppo caduti in basso…
giorda
Euro e reddito di base avrebbero dovuto essere due temi che sintetizzano i diversi punti programmatici. I 5 Stelle ci avevano investito con buoni risultati elettorali. Sull’euro si ritraggono, col reddito di cittadinanza propongono Hartz IV. L’avversità all’euro è diffusissima (48% Eurostat). Per mediare si rinuncia ad una occasione elettorale e soprattutto si indebolisce una prospettiva sulla quale persino in Rifondazione una minoranza si era impegnata.
Giordano Bruno
Ancora a vedere i pentastellati come orizzonte anticapitalista, o quanto meno come rappresentanti della rabbia e della miseria della popolazione? Anche no.
Contropiano ha documentato le virate a destra – nemmeno tanto brusche – dei 5 stelle dopo l’elezione di Di Maio a candidato premier, a dimostrare che il partito 5 stelle opera nel “recinto della compatibilità” e che in quel recinto ci aspetteremmo un suo governo.
I tre NO alla triade Unione Europea, Eurozona e Nato sono la cartina al tornasole per distinguere chi è con la classe e chi le è contro. Eurostop ha la funzione maieutica di inserirsi (anche) nella dialettica di Potere al Popolo, senza dimenticare il lavoro egemonico che andrebbe fatto sulla classe con più convinzione. I fautori dei dettami UE/€/NATO – alcuni dei quali riuniti sotto Liberi e Eguali – sono invece nemici della classe. Chi ritenga possibile riformare quella triade è solo un allocco che non impara nemmeno dal presente (ad es. il massacro sociale in Grecia).