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24 marzo 1999 : inizia la criminale guerra della Nato e dell’Italia contro la Jugoslavia

Il 24 marzo 1999 la NATO, con la partecipazione in prima fila del governo D’Alema, iniziava a bombardare ciò che restava della Jugoslavia per ottenere la secessione del Kosovo, con popolazione a maggioranza albanese. Fu una guerra tenuta in totale spregio del diritto internazionale, fu l’aggressione ad un paese democratico avvenuta solo per sporchi affari e logica di potenza. Sui mass media guerrafondai di allora, quasi tutti, ricorrevano le stesse parole false e bugiarde che sentiamo ogni. Si doveva difendere la civiltà europea, si dovevano fermare i nuovi Hitler, si doveva esportare la democrazia. I bombardamenti NATO uccisero 2500 persone, in gran parte civili. Alla fine il Kosovo divenne uno stato indipendente ed oggi è il centro del traffico di droga in Europa, un nodo logistico fondamentale per tutte le mafie, la sede di transito e organizzazione per gruppi jihadisti.

Ricordiamolo a tutti i fanatici attuali della guerra ed in particolare a quell’interventismo democratico ed europeista che oggi di nuova suona la sua grancassa, dal solito Blair al direttore de La Repubblica Calabresi. Questi esportatori di democrazia hanno responsabilità tremende su ciò che accade oggi in Europa e in tutti gli scenari di guerra che hanno provocato ed alimentato. L’ipocrisia degli interventisti europeisti è insopportabile come le odiosità razziste da cui a parole prendono le distanze, per poi rivendicare l’alto valore morale dei bombardamenti.

La guerra alla Jugoslavia, i bombardamenti di Belgrado sono stati un puro e feroce atto di terrorismo e nessuno che abbia partecipato, sostenuto – o ancora sia oggi sostenga che siano necessarie – simili imprese, nessuno dei guerrafondai democratici ha per me titolo morale per dare lezioni su Bruxelles. A forza di esportare democrazia qui il bene è diventato rarissimo, mentre importiamo il terrorismo che abbiamo scatenato nel mondo.

Basta guerre.

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