Il grande giornalista investigativo Seymour Hersh, in due articoli pubblicati sulla London Review of Books ( “Di chi è il Sarin?” e “The Red Line e la Linea Rat“) ha scritto che l’amministrazione Obama ha falsamente accusato il governo di siriano Bashar al-Assad per l’attacco del gas sarin nel 2013. In realtà Obama stava solo cercando una scusa per invadere la Siria. Hersh ha fatto riferimento ad un rapporto dell’intelligence britannica affermando che il sarin che è stato utilizzato non è venuto dalle scorte di Assad.
Il premio Pulitzer, sottolinea lo storico nord-americano Eric Zuesse, che su Strategic Culture commenta queste posizioni di Hersh, ha anche scritto che è stato raggiunto un accordo segreto nel 2012 tra l’amministrazione Obama e i leader di Turchia, Arabia Saudita e Qatar per impostare un attacco di gas sarin e dare la colpa a Assad, per poi permettere agli Usa di poter invadere la Siria.
“L’accordo prevedeva il finanziamento da parte di Turchia, Arabia Saudita e Qatar; la CIA, con il sostegno del MI6, ha ottenuto le armi negli arsenali di Gheddafi e li ha trasportati in Siria”.
Hersh non è l’unico giornalista a scriverlo. Anche il giornalista investigativo Christoph Lehmann titolava il 7 ottobre 2013 che “alti funzionari degli Stati Uniti e funzionari sauditi sono i responsabili delle armi chimiche in Siria”, riferendo, sulla base di fonti molto diverse da quelle utilizzate da Hersh, che: “La prova conduce direttamente alla Casa Bianca, al presidente del Joint Chiefs of Staff Martin Dempsey, al direttore della CIA, John Brennan, e al capo dell’intelligence saudita, il principe Bandar, il ministero degli interni saudita”.
Come se non bastasse, sottolinea correttamente Zuesse, anche l’analisi definitiva delle prove che è stata eseguita da due importanti analisti degli Stati Uniti, nel rapporto Lloyd, ha concluso che: “L’interpretazione tecnica del governo degli Stati Uniti prima e dopo l’attacco 21 agosto non può assolutamente essere corretta”.
Obama mentiva; ormai lo sanno tutti coloro che di Siria si occupano con serietà. In Italia molto pochi, dunque.
Tuttavia, ora, per la prima volta, Hersh ha fatto delle accuse precise direttamente ad Hillary Clinton. In un’intervista con Alternet.org, ha parlato del funzionamento del consolato degli Stati Uniti a Bengasi, in Libia, quale incaricato di raccogliere le armi dalle scorte libiche e inviarle attraverso la Turchia in Siria per la preparazione dell’attacco col sarin da attribuire a Assad per giustificare l’invasione “umanitaria”. Stessa strategia utilizzata in Libia per eliminare Gheddafi.
Hersh ha spiegato che: “L’ambasciatore che è stato ucciso era conosciuto, da quanto ho capito, come un intralcio alla CIA. Come ho scritto, il giorno della missione c’è stato l’incontro con il capo della base CIA e la compagnia di navigazione. Era certamente coinvolto, consapevole di quello che stava accadendo. E non c’è modo che qualcuno in quella posizione sensibile non sapesse di quel canale”.
L’intervistatore ha poi chiesto il motivo per cui Obama è così ossessionato dalla “necessità” di sostituire Assad in Siria, dal momento che “il vuoto di potere che ne deriverebbe avrebbe aperto la Siria a tutti i tipi di gruppi jihadisti”. Hersh ha risposto che non solo lui, ma anche fra i capi dello staff, “nessuno riusciva a capire perché”.
“La nostra politica è sempre stata contro di lui [Assad]”. Questo è effettivamente del tutto vero, non solo da quando il partito di Assad – il partito Ba’ath – è stato oggetto di un colpo di stato progettato dalla CIA nel 1957, poi accantonato, per rovesciare e sostituire il padre.
Ma, in realtà, un colpo di stato della CIA era stata non solo previsto, ma addirittura realizzato nel 1949, in Siria, per rovesciare un leader democraticamente eletto, al fine di consentire un oleodotto in grado di trasportare petrolio dei Saud per l’Europa; la costruzione del gasdotto era iniziato l’anno successivo.
C’è stato poi un susseguirsi di colpi di stato fino all’ascesa al potere di Hafez al-Assad.
Ma, scrive correttamente Zuesse, nel commentare la risposta di Hersh, i Saud – che possiedono la più grande multinazionale mondiale del petrolio, la Aramco – non vogliono più aspettare. Obama è il primo presidente degli Stati Uniti ad avere seriamente cercato di realizzare il da loro tanto desiderato “cambio di regime” in Siria, in modo da consentire l’oleodotto da costruire insieme a Qatar e Turchia.
Gli Stati Uniti sono alleati con la famiglia Saud (e con i loro amici, le famiglie reali del Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Oman). La Russia è alleata con i leader della Siria – come in precedenza Mosca era stata alleata di Mossadeq in Iran, Arbenz in Guatemala, Allende in Cile, Hussein in Iraq, Gheddafi in Libia, e Yanukovich in Ucraina (che, tranne il partito Baath in Siria, gli sono stati rivesciati con successo dagli Stati Uniti).
Hersh, conclude Zuesse, si è sbagliato nel dire che “nessuno riusciva a capire perché” Obama sia così ossessionato dal rovesciare Assad e il partito Ba’ath. L’obiettivo che perseguivano è invece assolutamente chiaro.
da http://www.lantidiplomatico.it/
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