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Il diavolo non fa i coperchi neanche per le pentole che vende Renzi

Nonostante gli sforzi del governo Renzi e dei suoi alleati Marchionne e Confindustria, i salari non sono ancora precipitati così in basso. Un ferroviere, una maestra d'asilo, un operaio edile che abbiano accumulato almeno 35 anni di contributi regolari non portano a casa, per fortuna, meno di 13.000 euro netti all'anno. Eppure Renzi e Poletti hanno messo proprio quel tetto come condizione per accedere al famigerato anticipo pensionistico, l'APE, che scatterebbe dopo i 63 anni di età. Anche così, comunque, non pare che sia gratis l'operazione, visto che si dovrà accedere ad un mutuo ventennale e pagare una polizza che assicuri la banca contro i rischi di morte o insolvibilità del pensionato. Non è ancora chiaro in che misura il governo contribuisca a questa porcheria, comunque pare che per tre anni di anticipo pensionistico si dovrebbe vedere decurtata la pensione di almeno il 15%, cioè 1000 euro mensili diventerebbero 850!

Ma ripetiamo l'APE è costruita per essere praticamente inaccessibile anche a chi volesse farsi del male.

Intanto però Renzi e Poletti suonano la grancassa sul fatto che sarebbero riconosciute a fini pensionistici le condizioni diverse di chi fa un lavoro usurante. E lo stesso fanno per i lavoratori "precoci", cioé coloro che sono andati a lavorare prima dei 19 anni e che quindi dovrebbero continuare per molti anni ancora. Per costoro, gorgheggia Poletti, basteranno 41 anni di contributi per accedere all'APE. Peccato però che per poter usufruire di quel dono sopraffino chi ha maturato 41 anni di contribuiti debba essere disoccupato! Anche qui si costruisce un requisito che è semplicemente una truffa. Soprattutto se si ricorda che prima della Fornero con 40 anni e 6 mesi di contributi si andava in pensione, senza essere stati licenziati.

La Fornero, come sappiamo, ha anche prodotto la disgraziata categoria degli esodati, cioé di coloro che son stati fregati per l'improvviso innalzamento della età pensionabile, avendo già concluso il rapporto di lavoro proprio in vista della pensione. Per centinaia di migliaia di persone lasciate dalla Fornero senza lavoro e senza pensione sono già state effettuate 7 "salvaguardie", cioè provvedimenti che permettessero l'accesso ad un reddito. Apposite voci di bilancio sono state stanziate allo scopo, solo che poi i governi le hanno utilizzate per altri scopi di spesa sociale, o per mance elettorali. Così gli esodati ci sono ancora e ci saranno anche dopo l'ottava salvaguardia promessa da Renzi e Poletti, che non copre tutti gli aventi diritto.

Ma il massimo di clamore della propaganda renziana sarà sicuramente dedicato all'aumento e all'estensione della platea della quattordicesima. Qui i trucchi li scopriremo tutti quando vedremo le cifre e i requisiti esatti. Sicuramente gli 80 euro lordi mensili, si sa Renzi ama quella cifra, toccheranno molte meno persone di coloro che se li aspettano. E saranno anche ridotti ad una cifra minore.

Questo lo possiamo dire già ora, visto che il governo annuncia per tutte queste operazioni uno stanziamento di 2 miliardi all'anno per tre anni. Cifra assolutamente insufficiente a fare giustizia, se consideriamo che la legge Fornero ha tolto ai pensionati sinora 30 miliardi. E che almeno 15 di essi vengono dalla mancata indicizzazione delle pensioni. La Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale il taglio, ma come suo solito, il governo ha sfacciatamente ignorato la sentenza e non ha restituito i soldi. Soldi con i quali ora finanzia la quattordicesima. Dunque sono gli stessi pensionati che pagano gli aumenti per i più poveri tra loro.

CgilCislUil che ora lamentano di essere state truffate, solo pochi giorni fa avevano firmato un protocollo che autorizzava il governo a tutti questi raggiri. Ed ora beffardamente Renzi e Poletti fanno partire le loro Misure dal 1 maggio 2017!

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, dice un vecchio proverbio. Che vale anche per le pentole che vende Renzi e che oramai nessuna persona onesta o di buonsenso dovrebbe più comprare.

Con lo sciopero e il NoRenziDay del 21 e 22 ottobre abbiamo una prima occasione per far sentire a questi imbroglioni cosa pensiamo di loro e della loro APE.

 

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