Dedicato a chi non si arrende
Ci troviamo a metà strada tra un weekend in cui da un lato le forze congiunte di fascisti e polizia hanno colpito le legittime mobilitazioni di chi immagina un mondo più giusto, e dall'altro lato una giornata, quella di domani, in cui otto compagni antifascisti andranno a processo con accuse pesantissime. In pochi giorni si sublima nei fatti di Pavia e quelli di Roma, e nel processo che seguirà questi ultimi, l'essenza dell'aria che respiriamo a denti sempre più stretti negli ultimi anni, ma con cui dobbiamo dannatamente fare i conti. I fascisti seminano odio nella nostra parte della barricata, il palazzo e la stampa legittimano i fascisti, la polizia mena i compagni che si oppongono, i giudici accolgono i compagni in cella. Chi combatte la deriva autoritaria impressa in questo paese e su scala continentale da una crisi economica pagata da chi la subisce e non da chi l'ha creata, chi ogni giorno fa del suo meglio per contrastare la verticalizzazione del potere e la sua stampella fascista, chi chiede diritti per tutti, vede abbattersi su di sé un pugno di ferro ormai sfacciato.
Allora dobbiamo fare dell'antifascismo un elemento politico non distinguibile dal nostro progetto complessivo, dalla volontà di sedimentare percorsi organizzati che costituiscano una testa di ponte contro la morsa che si sta stringendo sulle classi popolari. Sono tempi in cui la nostra gente invoca il diritto ad avere una rappresentanza politica a tutto tondo proprio ora che la vita si fa sempre più dura e che le forze che pretendevano di parlare a suo nome si stanno sciogliendo come neve al sole. Se non capiamo questo, i fascisti continueranno ad avere gioco facile nel vestire i panni non loro dei rappresentanti popolari del mondo del (non) lavoro. Un obiettivo generale che dovrebbe invece essere al centro dell'agenda politica di chi ha bisogno di tutta la forza possibile per rovesciare il presente, e che non ci vede assolutamente sufficienti dopo tutti questi anni di arretramenti, e nonostante la ripresa di alcuni importantissimi tentativi.
In queste ore intanto il nostro pensiero va a tutti i compagni che non sono disposti ad arrendersi alla legittimazione dei fascisti, e che per questo subiscono le conseguenze della repressione. Un saluto particolare lo rivolgiamo a Cristina del collettivo Militant, una compagna di cui conosciamo bene la dedizione a lavorare ogni giorno a testa bassa, dai quartieri popolari romani alle aule della Sapienza, accompagnata sempre dalla stessa ostinazione e dallo stesso sorriso con cui insieme a tanti ha contribuito per ultimo a costruire le importanti giornate di lotta del 21-22 ottobre. Qualità umane e politiche di cui oggi abbiamo un estremo bisogno per raggiungere l'obiettivo ambizioso di riscattare la nostra classe.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa