Dal 1996 ad oggi il saldo primario italiano è stato mediamente pari al 2% del Pil. Questo significa che dal 1996 ad oggi abbiamo ridotto la quantità di denaro nell’economia reale attraverso maggiori tasse e minore spesa pubblica: sono 700 miliardi di euro ai valori attuali, il 40% del Pil. Nel 2015 sono stati sottratti oltre 20 miliardi di euro all’economia reale (1,4% del Pil) in quanto abbiamo fatto il 2,6% di deficit pagando il 4% di interessi.
E poi ci chiediamo perché dal 1996 l’economia italiana abbia avuto un tasso di crescita bassissimo fino a sprofondare nel periodo successivo alla crisi finanziaria globale del 2008: se continuiamo a togliere soldi e quindi a ridurre la capacità di consumo del settore privato e la spesa del settore pubblico questo è il risultato. Anche negli ultimi due anni con “Renzi il Rottamatore” non c’è mai stata espansione fiscale.
La “flessibilità” ottenuta grazie alla benevolenza di Angela Merkel è consistita solo nel rallentare un po’ il ritmo delle manovre restrittive rispetto alle richieste assurde e impossibili della Commissione Europea.
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Il primo giugno, sull’identico argomento, aveva giustamente scritto:
La ricetta del governatore della banca d’Italia visco porterebbe al disastro
Il Governatore della Banca d’Italia Visco ha detto che la strada per ridurre il debito passa attraverso un saldo primario al 4% del Pil. Questa è proprio la strada per dare il colpo di grazia alla già disastrata economia italiana e per far esplodere il rapporto debito/Pil. Visco dimentica che con il Governo Monti venne attuata una politica fiscale estremamente restrittiva che portò il Paese in recessione facendo innalzare il rapporto debito/Pil dal 120 al 130%. La ricetta di Visco porta al disastro e comunque è irrealizzabile.
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