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Il re di Spagna nel bidone dello sporco

Il discorso violento, ottuso, autoritario con cui Re Felipe ha risposto al popolo di Catalogna mostra tutto il marcio di cui è composta la cosiddetta “legalità costituzionale” di Spagna.
Un regnante della casa Borbone, messa sul trono dalla dittatura franchista che aveva rovesciato nel sangue la repubblica, un re che deve la corona ad un golpe e non di un pronunciamento popolare, questo re non ha il diritto morale, prima ancora che civile democratico, di dire ciò che ha detto.

Le minacce al popolo catalano e ai suoi governanti, a differenza di lui democraticamente eletti, dimostrano che lo stato spagnolo nasce da un compromesso con la dittatura che, se giustificato quaranta anni fa, oggi non è più accettabile e non è più accettato.

Ci auguriamo che la risposta alla ottocentesca violenza regia sia la Repubblica di Catalogna e che questa sia solo il primo passo per giungere al rovesciamento della monarchia borbonica in tutta la Spagna, alla liquidazione dei residui del franchismo e del regime corrotto che li mantiene. Solo così tutti popoli di Spagna troveranno la via solidale per dialogare ed unirsi.

Alla faccia della sempre più vergognosa Unione Europea, le cui parole ipocrite suonano ancora più false dopo il pronunciamento del suo re.

Via il Re, subito. Il rampollo dei Borboni raggiunga al più presto il suo piccolo posto nella spazzatura della storia assieme gli ex regnanti della sua famiglia, ai Savoia e alle altre compagnie varie di mascalzoni coronati.

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