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Le “Fake News” e noi

Rifondazione, PdCI-PCI e Rete dei comunisti procedano a una fusione in tempi rapidi dei loro strumenti informativi.

La polemica sulle cosiddette fake news tra gli spacciatori tradizionali delle bufale di professione, cioè giornali, TV e grandi provider o portali, e gli outsider delle bufale artigianali (con tutti gli annessi sulle ingerenze di potenze straniere, come se gli americani non controllassero le elezioni nelle colonie dal termine della guerra ispano-americana…), è un pezzo della lotta interna alle classi dominanti e ai loro apparati ideologici.

Una lotta – dilagante in tutti i paesi capitalistici – per il controllo della manipolazione del consenso, in una fase nella quale le élites della produzione di informazioni, non garantendo più nessuna redistribuzione, hanno perduto l’antico monopolio, esattamente come le élites politiche stabilite, quelle economiche o quelle intellettuali (la casta). E sono anch’esse scavalcate dagli strumenti digitali di disintermediazione (cioè dell’immediatezza).

È una lotta cruciale perché, esaurita la democrazia moderna, il suffragio universale è stato abolito da una de-emancipazione de facto su vasta scala e in assenza di partiti politici veri, e cioè di partiti di massa, le competizioni elettorali riconoscono oggi solo i comitati capaci di influenzare e mobilitare minoranze contingenti e variabili ma compatte.

In questa lotta, la sinistra verrà stritolata. Priva di strumenti autonomi anche in questo campo, infatti, non può più elemosinare l’accesso ai media tradizionali come in passato (tanto più che la sua posizione sistemica è ora occupata dal partito di Bersani D’Alema e Vendola, mentre la Lista Anticapitalista avrà quello un tempo proprio dei gruppuscoli, cioè nessuno). Mentre la sua presenza nei media digitali è dilettantesca e frammentata ai limiti dell’invisibilità.

Abbiamo perso 10 anni per capire ciò che è sempre stato ovvio e cioè che non dobbiamo andare né col PD (quello di oggi o quello di ieri che sia, Renzi come Bersani), né con quelli che vogliono andare col PD, come Vendola.

Dobbiamo perderne altrettanti per capire che è di vitale importanza dotarsi di un portale nazionale di informazione e cultura?

Rifondazione, il PdCI-PCI, la Rete dei comunisti, cioè gli unici soggetti minimamente organizzati, mettano assieme le loro risorse e individuino le persone competenti in grado di realizzare il progetto. E facciano anche in fretta, o sarà troppo tardi e non potremo fare nemmeno la campagna elettorale. Il resto seguirà.

Anche così non sarà nemmeno la centesima parte di ciò di cui abbiamo bisogno.

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