Non ho mai creduto nei palazzi. So che le porte altamente serrate sbarrano l’accesso a chi viene dalla strada e gli spessi tappeti attutiscono i passi e le voci che chiedono ascolto. So che i templi del potere possono fagocitare il granello di sabbia che si illudeva di cambiare il sistema. Troppe speranze e fatiche ho visto cadere miseramente sotto i colpi di politiche ciniche e spietate.
Ma, con Potere al Popolo, mi sembra di respirare un’aria nuova, come quando, nel profondo dell’inverno, si accende ad un tratto una giornata di cieli chiari, che sa già di primavera.
E’ un’avventura che ha un cuore giovane e radici popolari , un albero fanciullo nato in un terreno povero e dignitoso ed allargatosi rapidamente là dove vive la volontà di lotta e di riscatto.
Amo Potere al popolo perché non chiede deleghe, ma condivisione del conflitto che non può attendere poiché è già tardi, le devastazioni sociali e ambientali create dallo sfruttamento e dalle guerre del capitale rasentano l’irreversibilità.
Partiamo dunque, senza preoccuparci più di tanto del risultato elettorale, perché meta non sono i luoghi del potere, ma le terre desertificate di un’esistenza collettiva nella quale possa finalmente realizzarsi l’antico anelito di uguaglianza e libertà: da ciascuno secondo le sue possibilità , a ciascuno secondo i suoi bisogni.
Bussoleno, 23 gennaio 2018
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