Abbiamo letto l’appello rivolto alle liste elettorali da parte di Felice Besostri e altri costituzionalisti a sottoscrivere un patto che contrasti «ogni ulteriore proposta di riforma che miri a modificare la forma democratica e parlamentare del nostro modello repubblicano» e ogni ulteriore tentativo di «costituzionalizzare principi neoliberisti o limitare la sovranità popolare, i diritti fondamentali delle persone».
Per Potere al Popolo si tratta di un impegno scontato: la nostra è la lista del No sociale al referendum del 4 dicembre, per questo non possiamo non aderire al Patto che pone le condizioni minime per qualunque lista che abbia a cuore la difesa dei diritti.
Condizioni minime ma non sufficienti, a nostro avviso, ad assicurare attualmente quei diritti ai lavoratori, alle donne, agli studenti, ai pensionati, ai richiedenti asilo, ai senza casa, ai malati, ai precari, ai disoccupati, agli abitanti delle periferie.
L’appello infatti chiede di non violare la Costituzione «ulteriormente», visto che le violazioni negli ultimi anni sono state ripetute, persino da parte di chi oggi aderisce al Patto. Molti tra i candidati più in vista di LeU – firmatari dell’appello – come Bersani e D’Alema hanno deliberatamente modificato la Costituzione che oggi si impegnano a difendere.
Lo hanno fatto insieme a Berlusconi riscrivendo l’articolo 81 e inserendo l’obbligo del pareggio di bilancio imposto dalle oligarchie europee, votando la riforma Fornero, il Jobs Act e le altre leggi che hanno reso la Costituzione lettera morta.
Il pareggio di bilancio ha obbligato gli enti locali a tagliare drasticamente la spesa destinata ai servizi sociali fondamentali: sanità, edilizia popolare, trasporto pubblico, istruzione, solo per citarne alcuni. Oggi cinque milioni di italiani sono in povertà assoluta, dieci in povertà relativa, undici rinunciano alle cure mediche. Comprendiamo che chi in passato ha tradito il ripudio della guerra, bombardando gli inermi e votando a favore delle finanziarie che ogni anno hanno aumentato le spese militari, non possa oggi promettere la pace né sottrarsi ai vincoli della Nato, che chiede ai paesi aderenti di destinare il due per cento del Pil alle spese militari.
Potere al Popolo invece si batterà per garantire a tutte e tutti l’effettiva applicazione dei principi fondamentali della Costituzione, a cancellare l’obbligo del pareggio di bilancio, a contrastare le misure di austerity imposte dai trattati europei.
Ci impegniamo a cancellare le leggi che hanno alzato muri tra le persone e limitato i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, degli omosessuali, dei richiedenti asilo.
Aderiamo, con l’auspicio che la Costituzione, patrimonio di tutti i cittadini e non di una o più liste elettorali, possa in futuro essere modificata non per negare i diritti ma per estenderli alla maggioranza della popolazione.
Potere al popolo si opporrà a ogni tentativo di fare della prossima una «legislatura costituente»: un parlamento eletto col Rosatellum non ha la legittimità di toccare la Costituzione. Siamo l’unica lista che si pronuncia per l’approvazione di una legge elettorale proporzionale finalmente costituzionale.
Soprattutto, continueremo a difendere la Costituzione non tanto firmando appelli ma sostenendo e prendendo parte alle lotte di coloro che si battono nelle piazze e nei luoghi di lavoro per tutelare e conquistare i diritti costituzionali finora negati.
* “capo politico” di Potere al Popolo
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