Io non ho dubbi che il governo Salvini Di Maio sarà un governo di destra, nel senso sociale e politico che questa parola ha nella storia d’Italia. Credo che la flat tax, cioè la riduzione delle tasse ai ricchi sperando che con i soldi così intascati facciano girare l’economia, sia il segno più chiaro che questo sarà un governo di destra. È bene ricordare che questa misura fu introdotta negli USA dal super reazionario Ronald Reagan e produsse una valanga di poveri. Una finta abolizione della Fornero e un finto reddito di cittadinanza dovrebbero riequilibrare la flat tax dal lato sinistro, ma secondo me non cambieranno la sostanza.
A questo governo nascente di destra oggi il presidente della Repubblica ha dato un altolà. Nel nome dell’eguaglianza sociale e dei diritti dei lavoratori? Ma neanche per sogno. Mattarella ha fatto capire che non accetterebbe senza discutere ciò che avessero concordato Cinquestelle e Lega. E per essere più chiaro ha usato l’esempio del presidente Luigi Einaudi, che nel 1953 nominò capo del governo Giuseppe Pella contro il volere di gran parte della DC.
Il liberale Einaudi nel dopoguerra fu il primo sostenitore delle terribili politiche economiche liberiste, ferocemente antisociali e antioperaie, che non solo le sinistre comuniste e socialiste, ma anche una parte della DC combattevano.
Giuseppe Pella era un democristiano di estrema destra, clerico fascista si diceva allora, che come ministro economico aveva sostenuto politiche rispetto alle quali quelle di Monti Fornero potrebbero sembrare progressiste. Nel 1953 per far dispetto a De Gasperi, troppo a sinistra per lui, Einaudi nominò capo del governo Pella, che ebbe la fiducia grazie al voto determinante dei monarchici, allora presenti in parlamento con una certa forza. Anche il fascista MSI guardò a Pella con benevolenza. Che da critica divenne entusiasta quando il capo del governo mobilitò l’esercito alla frontiera orientale minacciando la guerra alla Jugoslavia per Trieste, ancora sotto amministrazione angloamericana. Per fortuna la sua stessa follia guerrafondaia mise in crisi il governo e Pella si dimise. Rimanendo però per anni una figura di riferimento per tutte le peggiori destre.
Ora questo reazionario patentato sarebbe diventato un esempio rispetto al governo che stanno preparando Salvini e Di Maio. E la sinistra riformista guidata da La Repubblica si esalta. Quanto sia trasmigrata a destra tutta la politica italiana lo dimostra proprio l’uso della nomina di Pella come esempio positivo. Di questa catastrofe politica e culturale sono primi responsabili il PD e il centrosinistra. Che per venticinque anni hanno fatto politiche di destra, e arrivano oggi a sostenere idee e persone che la vera sinistra ha sempre ripudiato.
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Antonio
“Pella fa i disoccupati, Scelba li fucila”