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L’Italia è una Repubblica fondata sulla strage

A Padova ieri 4 operai sono stati investiti da una colata di acciaio liquido: due sono in gravissime condizioni: “ustioni sul 100% del corpo”.

Dal 1° gennaio di quest’anno ci sono già stati in Italia 255 morti sul lavoro(fonte: Osservatorio indipendente di Bologna). Tre morti al giorno. Nel 2017 le denunce di “infortunio sul lavoro con esito mortale” erano state 1.029, 11 in più dell’anno precedente. Negli ultimi 10 anni sono stati censiti 13 mila morti sul lavoro.

Sono le cifre di una guerra a bassa intensità: quella contro i lavoratori. Una strage permanente che, tuttavia, non fa parte dei punti del “contratto” per la formazione del nuovo governo, né, tanto meno, delle preoccupazioni di quelli che andranno all’opposizione.

La dinamica è sempre la stessa: orari e ritmi di lavoro inauditi; condizioni ed ambienti di lavoro pericolose/i; scarsa o nessuna attenzione per la sicurezza di impianti e macchinari; qualche denuncia qua e là dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza puntualmente ignorata dal padrone di turno e dal sindacato.

Intanto gli organi preposti a svolgere la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro (ASL e strutture variamente denominate come Spsal, Spisal, Spresal, ecc.) sono sempre più deprivati di personale e di risorse da parte delle Regioni. Per non parlare delle pesanti “disattenzioni” dello Stato nei confronti delle Direzioni territoriali del Ministero del lavoro, dei Vigili del Fuoco e dell’INAIL che operano in una situazione di completa inadeguatezza a svolgere le parti di propria competenza ancorché prive/i di mezzi, strutture e uomini.

Anche ai gravissimi incidenti di oggi seguirà, certamente, il solito coccodrillo delle autorità, una rituale dichiarazione dei vertici sindacali e qualche minuto di sciopero, forse.

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