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Il loro “amico” McCain

Negli anni 70 e 80, un lettore dell’Unità si sarebbe chiesto chi era questo McCain che improvvisamente veniva citato come esempio dai dirigenti del proprio partito politico. Ma non esisteva internet, fare ricerche in biblioteca non era semplice e poi, ci si fidava del partito. Oggi siamo nel 2018, l’Unità (per fortuna) non esce più e il PCI originario neanche esiste. Oggi esiste il PD e per i più di sinistra ci sono gli alleati storici Leu e compagnia (magari per chi legge il Manifesto o Repubblica).

McCain, avrebbero pensato, sarà un difensore dei diritti civili o delle minoranze, magari un personaggio come Martin Luther King o Mohammed Alì.

Purtroppo oggi c’è internet e anche chi si fida può controllare.

Il culmine della carriera politica militare di McCain è in realtà la guerra del Vietnam. McCain era uno di quelli che bombardavano col napalm e uccidevano i vietcong per lottare contro i comunisti. Fu fatto prigioniero e su quello si sviluppò un romanzo buono per l’America profonda con l’eroe che non cede davanti al nemico e non tradisce il proprio paese. Di formazione militare, McCain non si lasciò mancare nulla in politica. Fervente repubblicano e reaganiano sostenne tutte le porcherie imperialiste e non disdegnò di impegnarsi in fatti minori come, ad esempio, sostenere le lobbies del gioco d’azzardo. Negli ultimi anni della sua vita da guerrafondaio anticomunista, dopo il sostegno alle controrivoluzioni e ai golpe in America Latina, si riciclò come padre della patria e alfiere della libertà. Ad esempio sostenendo il golpe ucraino e le forze naziste che sono arrivate al potere.

Con giubilo delle sinistre liberali in tutto il mondo che poi gradiranno l’opposizione a Donald Trump.

Oggi Gentiloni ne tesse l’elogio, Veltroni vuol rifare la sinistra citandolo come galantuomo.

McCain è uno degli esempi più vividi della decadenza della sinistra italiana ed europea. Una cosa talmente inguardabile da provarne vergogna. Una cosa per la quale vale la pena di lottare ancora: per spazzarli via definitivamente dall’orizzonte politico.

 

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