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Quel che – Lega – il Pd e Casapound

Dopo gli SGOMBERI di due stabili occupati a Firenze, mercoledì 4 marzo scorso, edifici di proprietà della Unipol-Sai e della provincia, molte sono state le riflessioni a caldo e variegate le prese di posizione del mondo politico. Abbiamo anche visto Casapound Firenze esprimere solidarietà al Partito Democratico, entrambi uniti nel denunciare (a detta loro) un presunto clima di intimidazione e antidemocraticità da parte di occupanti e senza casa. Ora, chiunque abbia un minimo di cervello comprenderà facilmente che la vera violenza, il 4 marzo, l’hanno espressa le istituzioni tutte, dal Comune alla Questura,mettendo in mezzo a una strada più di duecento persone a poche ore da un terremoto e durante giorni di maltempo come non se ne vedevano da un po’. Scandalizzarsi per qualche sasso sul muro di una sede fa ridere… E il punto non è esser “democratici” o violenti, ma che la democrazia permette alla classe dominante di dettare legge con la violenza e la forza dello Stato, in nome, per l’appunto, della “legalità”. La stessa che MARTEDÌ 10 ha consentito di caricare il presidio di fronte al Consiglio Regionale.

Quel che è accaduto il 4 marzo, dunque, succede molto spesso anche se in circostanze più “soft”: 4 sfratti esecutivi al giorno solo a Firenze e in tutta Italia ormai si sprecano gli esempi di violenza istituzionale nei confronti di una parte della popolazione (come quella dei senza casa) che è emblematica del cinismo degli interessi dominanti.  Perchè di ciò si tratta, di interessi da difendere e dello scontro tra quelli contrapposti. La lotta di classe dall’alto è anche questo. Nel corso del 2013 sono stati emessi 73.385 PROVVEDIMENTI DI SFRATTO IN ITALIA, il 4,37% in più rispetto all’anno precedente, 31.400 circa quelli eseguiti. A FIRENZE quelli per morosità ammontano a ben 1464 nella sola provincia (di cui 696 nel comune capoluogo). Nelle altre province toscane sono 4.129, per un totale di 5978 esecuzioni.

Il Pd di fronte a questa situazione, con l’approvazione del Piano Casa e della Legge Saccardi in Toscana, mostra il suo sostegno ai grandi proprietari come la Chiesa (20% del patrimonio immobiliare italiano) le banche (vedi Mps, che ha vari stabili vuoti in città) le assicurazioni (come la Unipol-Sai) e le grandi famiglie della borghesia. I provvedimenti di legge in materia non fanno altro che rendere più difficile l’accesso alla casa “popolare” che peraltro non esiste più, non essendoci un piano di edilizia a livello nazionale, essendo pochi i bandi e costando troppo (ormai a livello di mercato) gli appartamenti assegnati. Di contro, nel Belpaese esistono almeno 7 MILIONI DI CASE VUOTE, per la stragrande maggioranza appartenenti ai grandi proprietari, assieme ad una importante diffusione della casa di proprietà che riguarda i PICCOLI PROPRIETARI.

La lotta per la casa mostra in modo inequivocabile come la proprietà e la rendita, statale come dei privati, vengano anteposti ai bisogni umani da parte dei soggetti istituzionali. Le occupazioni organizzate avvengono quasi sempre negli stabili dei grandi gruppi, e l’intento non è mettere in discussione il possesso del bene casa da parte delle persone, ma la proprietà, la grande proprietà che è necessariamente fatta di centinaia di case, le quali costituiscono un capitale di riserva, specie in tempi di crisi (il famoso “rifugio nel mattone”).

Il Pd come nel mondo del lavoro difende i profitti dei padroni ed è complice dell’attacco ai salari dei lavoratori, per la questione casa difende la merce casa e la rendita dei grandi interessi organizzati. Per questo, insieme ad altre forze politiche, sostiene le vie del profitto: lasciar vuote le case disponibili e al contempo farne costruire ancora, perchè così le banche, la Chiesa e le assicurazioni potranno aspettare tempi migliori per vendere le loro proprietà, mentre i costruttori ringrazieranno. E pace se ogni sgombero costa in media 5.000 euro, tanto paga lo Stato attraverso le tasse su chi lavora, l’importante è discutere dei ladri di polli e delle piccole ruberie, non dei MILIARDI DEGLI AGNELLI, dei Colaninno o di Papa Bergoglio.

La stessa posizione il Pd la tiene anche sulla questione immigrazione: ben vengano le masse di disperati in cerca di una vita migliore, saranno manodopera a basso costo più ricattabile dei “nativi”. Solo che il Pd non può dirlo apertamente, quindi si butta sulle questioni “umanitarie” quando parla di immigrazione, lasciando campo a Salvini e co. per fare il lavoro sporco, disorientare gli sfruttati e metterli l’un contro l’altro. “Le case agli italiani”, “prima gli italiani” ecc, sono il completamento perfetto per sviare il punto, dividere gli sfruttati e ricompattarli sotto false rivendicazioni corporative.

Corporativismo che fa il gioco dei forti interessi economici, opportunamente rappresentati dal Pd e falsamente avversati da Salvini, il quale è un maestro nel creare falsi dualismi (“con i rom o contro i rom”) per non dover entrare nella spinosa contraddizione capitale/lavoro. Infine, si è parlato molto di fascismo e fascisti in seguito alla manifestazione romana del 28 febbraio, ma bisognerebbe ricordare come il fascismo non sia così dissimile dalla democrazia (come si può pensare),poichè entrambi non mettono in discussione il rapporto sociale di sfruttamento chiamato capitalismo. La democrazia borghese, infatti, permette “a tutti” di esprimersi, ma sempre fino a un certo punto, poichè si può dire quel che si vuole fino a che non si comincia a contare qualcosa. In tutto questo, parlare di “popoli”, “sovranità” e “unità nazionale”, è solo un modo bieco per cavalcare il qualunquismo imperante, ma elude una questione: come si fronteggia la lotta di classe da parte della classe dominante?

La risposta agli sfruttati, i quali, nella lotta per le condizioni di vita, sono classe internazionale: non hanno certo “patrie” e “interessi comuni” coi propri aguzzini.

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