Leggiamo con stupore e fastidio il comunicato del Partito Democratico sul futuro di TVN.
In primo luogo ci sembra evidente che i consiglieri del PD, e gli interessi che rappresentano, siano totalmente estranei al dibattito che da anni comitati e scienziati stanno animando attorno alla questione della transizione ecologica.
Chiedere di dismettere il polo energetico ENEL di Civitavecchia entro il 2034 significa non solo ignorare la Strategia Energetica Nazionale (SEN 2017) ed il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) – documenti imprescindibili che indicano l’uscita dal carbone entro e non oltre il 2025 -, ma anche e soprattutto non aver compreso minimamente l’allarme lanciato dall’IPCC e dalla comunità scientifica mondiale rispetto al flagello dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale.
Tra l’altro, vorremmo far notare ai signori e alle signore del PD, che addirittura l’Enel indica il 2025 come data ultima entro la quale completare il Phase Out del carbone.
Certo, i calendari e le agende del colosso energetico si scrivono solo in conformità a quelle logiche del profitto che, oggi più che mai, trovano nel Capacity Market (atto normativo che il PD conosce benissimo) il vero sponsor del gas in Italia, ma ciò non toglie che la data del 2034 è per noi una rivendicazione sbagliata, ipocrita se non addirittura dannosa per l’ambiente e per la salute pubblica di tutto il nostro territorio.
E non è tutto.
Infatti, i solerti esponenti del PD nel loro comunicato fanno riferimento anche ai fondi europei da usare per la riconversione sperando, probabilmente, che nessuno conosca o denunci la realtà dei fatti.
Proprio per questo ci sentiamo in dovere di ricordare al PD locale che nei recenti e tanto decantati accordi sul Recovery Fund sono stati tagliati i fondi per la ricerca Horizon, quelli dei programmi sanitari Eu4Health e, soprattutto, quelli per la transizione ecologica: il Just Transition Fund, parte del già insufficiente “Green Deal” europeo, il quale è stato ridotto dai 40 mld previsti a maggio ai 10 attuali.
Tutto questo con buona pace della riconversione ecologica, delle bonifiche e del rilancio occupazionale dei territori inquinati.
Invitiamo inoltre il PD locale a scegliere definitivamente da che parte stare. Infatti, al di là delle date irricevibili e dei vuoti comunicati, non si può contestare l’uso dei combustibili fossili a Civitavecchia e poi assistere silenti e complici mentre i propri rappresentanti al governo e al parlamento si adoperano per sostenerli, autorizzarli e finanziarli.
A questo gioco noi non ci stiamo. I finti ambientalisti non stanno dalla nostra parte e, soprattutto, non stanno dalla parte della nostra città.
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