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Piazza e Statuto. Mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa…

Come attiviste e attivisti territoriali ci siamo trovati a dover scegliere quale tra le due strade indicate dai due rispettivi statuti fosse la più appropriata per la costruzione di un soggetto politico autonomo e indipendente, di un soggetto che sia al servizio delle masse, del nostro popolo e di chi tutti i giorni mette anima e corpo a disposizione del sogno di cambiare realmente quello che c’è di ingiusto e oppressivo in questa società.

Due statuti che corrispondono a due visioni differenti e inconciliabili di come vada regolata la vita interna ed esterna della nostra organizzazione politica, differenze sostanziali e di natura squisitamente politica.

Noi crediamo sia giunto il momento di dare piena autonomia e indipendenza al nostro progetto politico, soprattutto vogliamo un’organizzazione che sia messa nelle condizioni di poter lavorare serenamente e che sia dotata di strumenti operativi adeguati. In parole povere vogliano un’organizzazione che sappia stare “sul pezzo”, che sappia comunicare e relazionarsi con il mondo che le sta intorno.

Vogliamo un’organizzazione snella che
abbia meno organi intermedi e che sappia liberare e alimentare la voglia di partecipazione e protagonismo delle persone. Siamo stufi di delegare ad altri decisioni che poi ricadono passivamente su di noi.

Crediamo nel principio della democrazia diretta, vogliamo e crediamo che tutti e tutte abbiano il diritto di poter partecipare e incidere sulla vita politica dell’organizzazione utilizzando anche la piattaforma online come valido strumento da affiancare alle assemblea territoriali, vere detentrici del potere decisionale.

Vogliamo un’organizzazione che sia in grado di prendere decisioni nel minor tempo possibile e sappia renderle immediatamente esecutive, utilizzando come metodo decisionale il più largo consenso e in assenza di esso effettuare votazioni a maggioranza semplice del 50%+1 evitando così la possibilità di paralizzare l’operato e l’efficacia dell’organizzazione.

Per questo riteniamo che la soglia della maggioranza qualificata dei ⅔ (presente nel secondo statuto) sia più una forzatura volta a bloccare l’organizzazione, a rendere elefantesco un processo decisionale che deve essere invece rapido ed efficace e al servizio immediato dei compagni e delle compagne che tutti i giorni operano su tutto il territorio nazionale e internazionale.

Dopo il 4 marzo avevamo detto che non ci saremmo fermati e infatti così è stato e cosi sarà a prescindere dall’esito di questa votazione. I tempi stringono e il mondo con le sue mille contraddizioni non si può mettere in pausa ad aspettarci. Tocca a noi, spetta solo a noi organizzarci e proseguire questo fantastico percorso iniziato ormai quasi un anno fa.

Quello che è in ballo è il futuro funzionamento di Potere al Popolo e per questo che nella giornata di venerdì 21 settembre le assemblee territoriali di Caserta, del Basso Casertano e dell’Alto Casertano, riunite in un’unica assemblea provinciale, hanno espresso all’unanimità la volontà di sostenere e votare lo Statuto n° 1 “ Potere al Popolo! Indietro non si torna”.

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