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Carola, traditrice di razza…

Carola è una “traditrice di razza”, ed è per questo che la canea reazionaria si è levata contro di lei con toni che ricordano l’odio riservato a chi aiutava nella “ferrovia sotterranea” statunitense gli schiavi ad andare negli stati del Nord o in Canada.

I segregazionisti odiavano di più I bianchi che aiutavano gli schiavi che gli schiavi stessi, figuriamoci “le bianche”. Leggetevi quel capolavoro che è la “ferrovia sotteranea” di Colin Whitehead e capirete come il “suprematismo bianco” sia la cifra dell’attuale razzismo e come Salvini non sia che l’ennesimo cacciatore di schiavi.

E c’è una evidente questione di genere, che mi ha ricordato le pagine Angela Davis in cui mostra come I primi abolizionisti, in realtà fossero abolizioniste, perché si immedesimavano nella condizione “schiavile” e capivano che la lotta per l’emancipazione degli schiavi, era la premessa per il riscatto femminile, “forzando” la legge perché illegittima. “Intersezionalità” si direbbe oggi…

Ma forse c’è un altro riferimento meno conosciuto, ed è la comunarda Louise Michels che, nel suo esilio in “Nuova Caledonia”, fu l’unica degli ex comunardi e degli esiliati algerini ad appoggiare la resistenza del popolo kanak, a studiarne le cultura, a relazionarsi “pariteticamente” ed a rompere il paradigma della sinistra rivoluzionaria dell’epoca.

I kanak erano ritenuti feroci selvaggi dediti al cannibalismo, ma i francesi si dimostrarono più feroci di loro: al leader della resistenza Kanak venne mozzato il capo e portato in Francia (ascoltatevi “Enfant du destin” di Medine, perché la trap è una merda quasi solo in Italia).

Allo stesso tempo oggi in molte parti del continente africano le persone lottano per non essere costrette ad emigrare, per godere delle risorse del proprio paese e per cambiare I regimi consolidati dal neo-colonialismo europeo dall’Hirak algerino, alla “Tempesta di sabbia” sudanese, alle lotte del Senegal per le risorse naturali, Mali, Tunisia (contro l’Aleca) e Sahara Occidentale per la propria autodeterminazione, l’elenco sarebbe lungo…

Vogliono affrontare il male alla radice, e per questo vengono ignorate o “stravolte” dai media mainstream, snobbate dalla sinistra ufficiale corresponsabile della loro condizione – che poi ipocriticamente si commuove come in questi giorni – e prese troppo superficialmente da quella “radicale” i cui pardigmi a volte non vanno oltre una versione di sinistra della liberal-democrazia.

Poi ci sono quelli che non vanno oltre la critica all’uso strumentale di una contraddizione reale da parte della neo-socialdemocrazia, e vedono lo zampino di Soros ovunque e “gomplotti” in ogni dove: un disco rotto piuttosto stancante che non coglie le contraddizioni reali e non propone soluzioni reali (quanto male ha fatto il brodo di coltura cospirazionista): che certa sinistra faccia schifo, lo sappiano da tempo…

Basta mettere un dito su ogni singola nazione di quel quadrante e fare un minimo di ricerca e si comprende come “I dannati della terra” stiano lottando contro la spoliazione delle proprie risorse, la presenza militare occidentale, i meccanismi di subordinazione economica come i trattati di libero scambio con la UE o l’irrigidimento della già cogente gabbia del franco francese (CFA) e per una sovranità popolare reale in buona parte dell’Africa.

Abbandoniamo definitivamente “l’euro-centrismo” e i retaggi della cultura coloniale, diventando tutti e tutte “traditori di razza”, perché al mondo esistono solo due razze: chi sfrutta e chi è sfruttato e la risposta migliore l’organizzazione degli ultimi contro I primi.

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3 Commenti


  • Gabriella Gialloreto

    Ma perché l’Italia che non è riuscita a colonizzare niente deve sostenere tutto il male delle colonizzazioni altrui e con la prepotenza di quella germanica


    • Redazione Contropiano

      Per fortuna la Storia è una scienza che si basa su fonti, documenti e testimonianze. Di certo, prima della seconda guerra mondiale, l’Italia aveva colonizzato Libia, Etiopia, Eritrea e Somalia. Tanto che un finto caporale tedesco giustamente finito a testa in giù aveva proclamato un “impero”, dando corpo anche ad un ministero delle colonie (fondato nel 1912), poi ridenominato “dell’Africa italiana” nel ’37; definitivamente abolito nel ’53).
      Saperne un pochino aiuta a dire sciocchezze orecchiate dal Salvini o dal Borghezio di turno.
      In secondo luogo, lo slogan retorico “perché l’Italia deve sostenere tutto il male delle colonizzazioni altrui” è un’idiozia dello stesso tipo; i flussi migratori (da guerre, tirannie, desertificazione, ecc) sono un problema globale che tutti i paesi sviluppati dovrebbero affrontare unitariamente per dare risposte all’altezza del problema. Che è cosa parecchio differente dal dire “non ne voglio sapere niente”, perché i nostri giovani stanno lasciando questo paese a centinaia di migliaia e quindi de te fabula narratur…


    • Redazione Contropiano

      Beh l’Italia in diverse fasi ha colonizzato rispettativamente: Eritrea, Etopia, Libia, isole greche, zone costiere della Jugoslavia e qui parliamo al recente passato. Nel recentissimo passato e nel presente se segui gli affari dell’Eni e di grandi gruppi infrastrutturali italiani in Africa vedrai che l’Italia la sua parte di bottino se l’è spartita, esattamente come in passato. E’ scontato che chi colonizza talvolta deve fare a gomitate con i colonialisti concorrenti, ed è un gioco con regole non scritte molto pesanti

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