La notizia ormai certa della sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e negli atenei a causa dell’avanzare del coronavirus è stata comunicata nel tardo pomeriggio del 4 marzo dal ministro dell’istruzione Azzolina.
La linea dura assunta dal governo è dovuta sicuramente ad una situazione emergenziale ma, a detta anche di Conte, la scelta di chiudere le scuole è dovuta ad una crisi del Sistema Sanitario che rischia di andare in sovraccarico.
È per questo che non possiamo esimerci dal ribadire che la continua privatizzazione e i diktat europei (che hanno determinato un drastico taglio nell’apparato pubblico) hanno indebolito enormemente il sistema sanitario nazionale costringendoci a questo stato di emergenza. Un’emergenza estenuante per tutti gli infermieri, i medici e i ricercatori precari che in queste ore stanno lavorando a ritmi insostenibili.
È inoltre chiaro come questo virus abbia soltanto acuito le contraddizioni già presenti nel sistema. Lo vediamo per esempio noi studenti con le scuole di periferia o di provincia (le cosiddette scuole di serie B), che hanno accusato più delle altre i colpi del neoliberismo, che nell’UE le ha marginalizzate in una situazione di precarietà anche per quanto riguarda l’organico.
Infatti anche la scuola pubblica farà sicuramente più fatica a riprendersi da questo fenomeno, avendo subito negli ultimi trent’anni tagli al personale sommati ad ore tolte all’istruzione e allo studio con l’alternanza scuola lavoro.
Inoltre la sospensione della didattica andrà ad aggravare ulteriormente la situazione degli istituti tecnici, professionali e dei licei artistici che spendono gran parte del loro monte ore nei laboratori.
Il teatrino a cui stiamo assistendo in queste ore, che ha come protagonisti PD e CGIL, diventa perciò dir poco imbarazzante. La distruzione della scuola e della sanità pubblica è la diretta conseguenza delle politiche dell’Unione Europea che hanno visto come loro principali promulgatori il centro-sinistra e i sindacati a lui vicini.
È per questo che le critiche all’austerità di Landini diventano false ed ipocrite, essendo lui segretario di un sindacato che non ha mai portato avanti politiche contro l’Unione europea e quindi contro la distruzione del mondo del lavoro, della sanità e della scuola.
Perciò, vista la situazione emergenziale, chiediamo:
– Il rimborso di tutte le spese riguardanti le gite didattiche e i viaggi d’istruzione;
– La reale chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e non solo la sospensione delle attività didattiche, così da garantire anche al personale ATA e alle segreterie didattiche minori rischi di contagio;
– *Specificando che questi provvedimenti debbano essere attuati nel brevissimo periodo ovvero quello della chiusura delle scuole*, chiediamo inoltre che lo Stato sostenga una spesa per garantire a tutti gli studenti che non ne avessero già uno, un computer in comodato d’uso e tutta l’attrezzatura necessaria (rete internet ecc…) per garantire la continuità delle lezioni che in caso venissero interrotte così bruscamente causerebbero gravi problemi al corpo docente e agli alunni;
– Un sostegno per gli studenti disabili, per fornire loro un supporto didattico.
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