Era ora che, grazie ad un atto di violenza inaudita e maramaldesca come l’assassinio di George Floyd, ci fosse un’ondata di indignazione collettiva e di antirazzismo nell’opinione pubblica di tutto il mondo.
Ci sono molte cose da discutere e da sanare, che derivano dalla piaga del razzismo. Perché il razzismo si nutre di ignoranza e pregiudizio, ma è anche uno dei pilastri fondanti del cosiddetto “mondo libero”, cioè del capitalismo imperialista.
Facciamo un elenco incompleto, di soli tre punti, che da sempre – e non da due settimane – sono lì, aperti come ferite.
– Gli USA sono stati fondati su un genocidio razziale. Oggi la discriminazione razziale verso i nativi americani, gli afro-americani ed altre minoranze, si attua con l’imposizione della povertà, il minor accesso all’istruzione, alla sanità, al diritto di voto. Con la morte diretta o indiretta, insomma.
– Il capitalismo imperialista basa tutt’ora il benessere della propria economia sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, attraverso la schiavitù de facto in Africa e in Asia, depredando risorse, facendo lavorare uomini donne e bambini in condizioni inumane e per quattro soldi, in modo da avere nei nostri negozi i bei palloni Adidas e le felpine Benetton (quelli del Ponte Morandi…).
– L’Europa – poi – sopravvive grazie al razzismo. Da un lato con il genocidio dei migranti, facendo in modo che crepino nei lager in Libia oppure annegati. Dall’altro sfruttandone il lavoro in agricoltura, edilizia ed altri settori, con paghe e condizioni inaccettabili per i lavoratori autoctoni.
Ci fermiamo qui, ma potremmo continuare a lungo.
Bene. Di fronte a tutto questo, di fronte ad un razzismo che va riconosciuto come “principio fondante” della nostra società, e ad una discriminazione razziale che spesso coincide con l’imposizione e lo sfruttamento della povertà, era sperabile che l’opinione pubblica in occidente reagisse.
Se non proprio realizzando che la nostra società è razzista per DNA e non può sopravvivere senza razzismo, ed è quindi da ridiscutere dalle fondamenta, almeno – mi faccio riformista per un momento – per intervenire su questi problemi a livello nazionale, internazionale, mondiale. Con atti concreti, leggi, iniziative: c’è moltissimo da fare, e da subito.
Notiamo invece che la risposta è mettere sotto processo delle statue (questo sì, questo no, questo forse?), censurare il film Via col Vento, inginocchiarsi in Parlamento per i morti altrui ma, non sia mai!, per i propri. C’era anche l’ex ministro Minniti, li, ginocchioni?
Ci siamo illusi e sorpresi a pensare: ormai è fatta, il re è nudo, ora scoppia la Rivoluzione, finalmente.
Il risultato finale – invece – sarà censurare Angeli Ne*ri di Marino Barreto. E scrivo ne*ri con l’asterisco, se no qualcuno, copiando magari questo testo su Facebook, incorrerebbe nelle ire dell’algoritmo e verrebbe bloccato.
Ed è l’algoritmo dei social, che bada alle singole parole e non ai contenuti, l’emblema perfetto dell’antirazzismo in salsa rosa, che si concentra e sposta l’attenzione del pubblico su questioni di trascurabilissima importanza.
La società occidentale, in realtà – questo è l’insegnamento da trarre – è irriformabile. Al massimo, può rimuovere qualche statua, illudere la gente facendo credere loro che basta non parlare di un problema perché il problema scompaia.
Agli antirazzisti da operetta al potere, in realtà, basta sopire e troncare, come il conte Attilio; tirare avanti alla meno peggio, sperando che nessuno venga – davvero – a rovesciare il tavolo del Monopoli.
Siete bianchi, siete ricchi, campate sulla pelle di quelli che l’hanno di colore diverso dalla vostra, ma siete “antirazzisti”? Troppo facile, troppo ipocrita, poco credibile.
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Mattia Perrone
Un testo abbastanza confuso. Ad abbattere le statue non sono stati i politici bianchi ma gli attivisti neri, negli Stati Uniti come in Inghilterra. Qui da noi c’é stata solo un’azione, ampiamente meritoria, nei confronti della statua di quel teorico razzista Montanelli. Strano che un intellettuale bianco ed europeo come Massimo Zucchetti si metta a dare patenti di antirazzista a militanti neri o afrodiscendenti. Davvero strano. Tipico di chi nacque incendiario e muore pompiere.
Redazione Contropiano
Strano non si capiscano le cose semplici e ci si rapporti su una base così tranchant sulla persona, invece che misurarsi con l’opinione…
Mirco Bucci
La distinzione non e’ tra bianchi o neri, gialli o turchesi.
La distinzione e’ come sempre tra ricchi e poveri
Non a caso se al posto di un Floyd qualsiasi ci fosse stato Michael Jordan nessuno lo avrebbe sfiorato
Ma quei trogloditi di tutti i colori in usa o altrive pensano soli ad abbattere statue o imbrattare muri senza aver capito di essere solo delle mere pedine che i democratici amerikani stanno usando per rovesciare trump
Redazione Contropiano
Pensare di avere già tutte le risposte, certamente, fa risparmiare la fatica di conoscere. Per esempio, che questo movimento Usa non è pedina di nessuno, fa cose giuste e altre meno. Ma è un movimento. L’imitazione italiana, invece, allude senza fare altro… Come diceva il Maestro, “la distinzione è la potenza dell’intelletto”…