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Gli Stati Uniti sulla soglia della guerra civile

Michael Reinoehl, ex veterano dell’esercito, un compagno che si occupava della sicurezza durante le manifestazioni a Portland; sospettato di aver ucciso un miliziano dei gruppi di estrema destra americana che stava minacciando con un coltello lui e un suo amico. Quando stava per essere arrestato, Michael è stato ucciso dalla polizia.

La situazione negli Stati Uniti è sempre più esplosiva, in uno scenario che assomiglia sempre più a una guerra civile.

Da una parte la comunità afroamericana e quella parte di popolazione stanca di un modello sociale marcio e in evidente crisi, che fa ricorso alla violenza strutturale per sopravvivere.

Dall’altra la polizia e i gruppi di estrema destra, ormai vere e proprie milizie armate, lasciate agire indisturbate, con il sostegno degli apparati repressivi e dello stesso presidente Trump. Soltanto nell’ultima settimana abbiamo visto la polizia sparare sette colpi di pistola nella schiena di Jacob Blake a Kenosha, dove, durante le proteste che sono scoppiate dopo questo episodio, un 17enne con un fucile d’assalto è stato lasciato libero di sparare sulla folla, uccidendo 2 persone e ferendone una terza.

A Los Angeles Dijon Kizzee è stato ucciso mentre tentava di scappare da due agenti di polizia, oggi Michael Reinoehl è stato ucciso mentre veniva arrestato.

L’escalation repressiva del governo statunitense per riportare legge e ordine non sta facendo altro che radicalizzare uno dei movimenti più grandi che gli Stati Uniti hanno visto negli ultimi anni.

Il fronte delle proteste continua ad allargarsi, anche al di fuori della comunità afroamericana, e ad acquistare coscienza che il problema non è il governo Trump ma che vanno messe in discussione le radici del modello americano!

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