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Il triplo trasformismo che comanda la politica malata

Il trasformismo – cioè quell’opportunismo politico per cui si finge di essere contro il potere mentre invece ci si è avvinghiati dentro – fa parte della storia d’Italia. Oggi è l’essenza delle tre principali forze politiche del paese.

Il PD, quando teme di perdere le elezioni, si riscopre “di sinistra” e vicino ai lavoratori e ai poveri; poi, in ogni suo atto di governo, sta coi padroni e coi ricchi. A questo partito i lavoratori italiani devono lo smantellamento della loro più grande conquista, lo Statuto dei Lavoratori, impresa che a Berlusconi non era riuscita.

La Lega di Salvini si presenta oggi come il “partito del popolo”, persino di quello meridionale! Ma la realtà è che questo partito è prima di tutto il partito dei padroni e degli affari delle regioni del Nord. Ad esso i cittadini della Lombardia devono la più estesa e scandalosa privatizzazione della sanità d’Europa, i cui effetti hanno subìto con 17.000 morti durante la pandemia.

Il M5S è nato solo pochi anni fa raccogliendo una genuina spinta popolare a cambiare classe politica, a portare nelle istituzioni bisogni e diritti che ne erano stati esclusi. La sua trasformazione è stata la più rapida e sfacciata. In poco tempo il partito nato contro il palazzo ci si è barricato dentro. Prima con Salvini, poi con Zingaretti, con la stessa versatilità di un Clemente Mastella. Ai cinquestelle, a parte tutte le promesse mancate, anche se per Di Maio sarebbero già state realizzate, il popolo deve l’ennesima disillusione sulla possibilità che le cose cambino davvero.

Intanto le e i militanti NO TAV vanno in galera, perché i governi cambiano, ma le grandi opere nefaste e la repressione per farle passare, continuano. La precarizzazione del lavoro dilaga come i morti nelle fabbriche, nei campi nei cantieri. I decreti sicurezza sono ancora tutti lì, anche se Salvini accusa il governo di non applicarli e Zingaretti promette di cambiarli.

Arriveranno, forse, i miliardi del Recovery Found, e tutte le principali forze politiche litigheranno con gli stessi slogan: meno tasse, più soldi alle imprese, più sviluppo.

Ditemi una sola cosa sulla quale, non con la propaganda elettorale, ma nei fatti, si possa dire: “qui Salvini, Di Maio e Zingaretti sostengono proprio cose diverse”.

L’autonomia differenziata, che sfascerà quel poco di stato sociale rimasto e i cui effetti abbiamo già visto nel disastro dei venti sistemi sanitari regionali, è cavallo di battaglia di PD e Lega e il M5S la cavalca con entrambi.

La Confindustria di Bonomi, che pretende soldi pubblici e fine dei contratti, può essere così arrogante senza merito perché i principali partiti sono come scolaretti in attesa della sua approvazione. “Vero che siamo stati bravi con le imprese?” “No, ancora insufficienti”.

A giugno il governo ha speso altri 368 milioni per acquistare altri 6 F35. Una spesa criminale, mentre sanità e scuola pubbliche sono massacrate dai tagli, ma sulla quale sono d’accordo tutti.

Del resto governo e opposizione fanno a gara a chi è più fedele alla NATO e all’Occidente euroatlantico, come dice Di Maio.

Il PD pare nemico di Trump, ma “Giuseppi” Conte ha ricevuto dal presidente USA una benedizione che tiene ben stretta. Se poi vincerà Biden, cambierà.

Governo e opposizione litigano su chi sbatte meglio i pugni in Europa, ma alla fine fanno, o subiscono fieramente piegandosi, la stessa politica. Del resto nel 2012 han tutti votato il pareggio di bilancio in Costituzione, e chi non lo ha fatto lo ha accettato dopo.

La Costituzione la cambiano sì, ma sul numero dei parlamentari. Una controriforma pericolosissima che ne imporrà altre ancora più pericolose e sulla quale, al di là delle chiacchiere, Salvini Zingaretti e Di Maio votano SI assieme. E gli argomenti principali del NO sono gli stessi che i leader dei cinquestelle usarono contro Renzi, quando nel 2016 tento la stessa controriforma.

Abbiamo una classe politica davvero seguace di Marx; non Karl, ma Groucho. Il grande attore che una volta disse: questi sono i miei principi, non vi vanno bene? Ne ho degli altri.

“Siete degli incapaci”, accusa l’opposizione; “per fortuna ci siamo noi”, risponde il governo, “pensate se al posto nostro ci fossero quegli incapaci”.

E se avessero ragione entrambi?

La politica italiana è davvero malata e la prima cura è rifiutare e combattere il trasformismo. Cominciamo votando NO al referendum e Potere al Popolo nelle amministrative e regionali, a partire da quelle delle Campania dove c’è il governatore più di destra a capo della “sinistra”. Poi ci sarà tanto da fare, ma ora cominciamo.

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