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“Speravo meglio, ma staremo col fiato sul collo a De Luca!”

Quando ero piccolo e seguivo i dibattiti televisivi post-elettorali c’era una cosa che proprio mi dava sui nervi: non c’era mai nessuno – nessuno! – che dicesse che era andata male. Nessuno usciva sconfitto, erano tutti vincitori. Ma proprio tutti, eh!

Quando ci diciamo che dobbiamo essere diversi da chi infesta le nostre vite credo si debba partire anche da qui. Con onestà e rigore estremi. Ma senza correre il rischio di oscillare tra esaltazione e depressione, tra il “siamo fortissimi” e “non c’è più speranza, è tutto finito”.

Ecco, credevo che il risultato a livello regionale sarebbe stato migliore, l’1,2% è al di sotto delle aspettative e del lavoro che abbiamo portato avanti. Eppure stamattina sono stato inondato di messaggi social da tante e tanti, soprattutto giovani, che già parlano una lingua nuova.

Perché non perdono tempo a dirmi “come volevasi dimostrare”, “non ce la faremo mai”, ma scrivono di una “prova non indifferente che sarà fondamentale per i prossimi anni” (Donato), “una valida alternativa quando tutto sembrava la stessa storia vista e rivista! L’unica piccola grande speranza!” (Lorenza) “questo dev’essere l’inizio per riproporsi con più forza e costanza” (Antonio), “siete una risorsa nel contatto reale con la gente” (Emanuele), “il primo voto, a parer mio, è importantissimo e sono soddisfatta della mia scelta, spero continuerete sempre così!!!” (Mariantonietta), “sono andata a votare felice perché sapevo che finalmente c’è una persona che merita il mio voto e avrebbe avuto anche quello di papà… Continua con la lotta contro questa casta di venduti” (Francesca), “Spero possiate creare una rete di persone tanto grande da poter rovesciare le sedie come più è giusto”…

Ho avuto la sensazione che mi voleste prender per mano e trascinare in avanti, perché evidentemente è forte in tanti di noi la consapevolezza della necessità di intraprendere un cammino che trasformi le nostre vite. Che non è facile lo sapevamo già. Ma sapere che siamo 31.000 nella nostra Campania è una mattonella importante per poterci aprire la strada.

Come lo è il dato del 2,7% sul Comune di Napoli, quelli al di sopra della media nei luoghi dove abbiamo le nostre Case del Popolo, i nostri attivisti, con la nascita della Libera Repubblica di Tocco Caudio (BN) – si scherza! – dove raggiungiamo il 20% e come lo sono anche le 3.482 preferenze per me in provincia di Napoli, le 1.698 nella sola città capoluogo.

E quindi, con la fine delle elezioni, arrivederci e grazie, pacche sulle spalle e tutti a casa? Nient’affatto! Cosa fare oggi?

1. Avevamo detto che saremmo stati col fiato sul collo a De Luca. Non lo potremo fare dall’interno del Consiglio Regionale, ma non significa che non si possa fare nulla. Arriveranno i miliardi del Recovery Fund. Il neo-feudalesimo in salsa campana significa che saranno suddivisi tra i vari vassalli alla corte del sovrano. Dobbiamo impedirlo, organizzarci per il controllo popolare, fare in modo che quei soldi vadano a rispondere alla sofferenza della nostra gente e non a comprare consenso.

2. L’ho scritto ieri a urne aperte. In tante e tanti mi avete scritto in queste settimane e soprattutto nelle ultime ore. Cogliendo a pieno il senso del progetto che stiamo portando avanti da due anni a questa parte. Vorrei incontrarvi e conoscervi. Abbiamo già in programma diversi incontri per dare vita a nuovi nodi di Potere al Popolo, per aprire Case del Popolo, per condurre insieme battaglie vecchie e nuove.

Abbiamo un lavoro enorme davanti a noi. Io ho tutto l’entusiasmo di portarlo avanti, continuando a sorridere in faccia a tutto e tutti. Abbiamo troppo da conquistare per fermarci.

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