Non era difficile immaginarselo – avevamo provato a spiegarne i motivi qualche giorno fa – ma le immagini della discussione e delle votazioni di ieri in Parlamento sono state emblematiche.
Al netto degli elementi di puro folklore televisivo, tra lo show dei ritardatari dell’ultima ora e chi giura di non essere mai stata fascista, la crisi di governo ci consegna un quadro politico ancora più spostato a destra.
Il Governo Conte è decisamente debole, perennemente in balia del ricatto di tutti i poteri economici italiani ed europei che hanno messo le mani sulla torta del Recovery Fund presentando il conto alle classi popolari. E’ un governo allineato pubblicamente col peggiore occidentalismo euro-atlantico.
Il confronto in Parlamento ha mostrato chiaramente che ormai il dibattito pubblico politico è ridotto all’alternanza tra un centro neoliberale e una destra reazionaria impresentabile.
Gli esponenti politici, le autorità, possono dire e fare tutto e il suo contrario (basti guardare alla parabola di Conte, passando da leader di un governo “sovranista” a perno per un esecutivo targato Pd e chissà cos’altro ancora nei prossimi mesi). Nessuno li inchioda alle loro responsabilità, nessuno gli chiede conto del loro operato.
Perchè? Perchè in parlamento è completamente assente una forza di alternativa al capitalismo liberista, una forza popolare che si batta per l’uguaglianza sociale e per l’ambiente.
Manca una forza progressista e che sia coerente, mancano gli interessi dei lavoratori, delle famiglie, dei più giovani travolti dalla crisi…
Quest’assenza così ingombrante paralizza tutta la politica: ci fa vivere un eterno presente senza futuro, dominati dalla ricerca del meno peggio. Ci fa sentire in un pantano da cui non si vede via di fuga. Ma non è così.
Ora più che mai è necessario lottare per la costruzione nel Paese di questa alternativa, partendo dalla critica radicale ad un sistema che la pandemia ha mostrato come tanto feroce quanto fallimentare. Bisogna spendersi perchè questa forza irrompa nella società, nella politica, nelle istituzioni italiane così svuotate di senso, e che imponga un altro ordine di discorso e le priorità della collettività e non dei singoli egoismi dei più ricchi, delle imprese, dei trasformisti di tutte le ore.
E bisogna accompagnare questa costruzione e tutte le lotte necessarie alla rivendicazione di una legge elettorale realmente proporzionale, con la quale finalmente la rappresentanza politica torni ad essere lo specchio della realtà del Paese e non la sua deformazione.
Su tutto questo siamo impegnati, come movimento radicalmente di alternativa e di opposizione sia al centrismo liberale del governo Conte sia alla destra reazionaria. Coi nostri limiti e le nostre forze, noi ci siamo!
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