La ricetta contro la crisi, anzi, la formula magica proposta ieri dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi contro la povertà è semplice al punto da farci vergognare di non averci pensato prima. Ci sono 5,6 milioni di persone in povertà assoluta? Via al blocco dei licenziamenti!
Cosa c’è di più semplice, perché le migliori menti italiane non ci sono arrivate subito? Perché il presidente di Confindustria è più intelligente di tutti noi, dove il nostro sguardo meschino ci porta a ritenere che licenziando si aumenti la povertà invece Bonomi ci lascia intravedere grandi traguardi di ricchezza e civiltà.
Però a Bonomi bisogna riconoscere un merito: quando fa questa affermazione riesce a non ridere, come si addice soltanto ai più grandi artisti del buonumore.
Confindustria non si ferma alla semplice richiesta di tornare a licenziare da parte delle imprese. No, perché messa così qualcuno potrebbe pensare che sono cattivi. Invece loro non è che vogliono licenziare per licenziare, questo lo pensate voi che siete interiormente comunisti e prevenuti contro la grande impresa italiana. Loro vogliono licenziare per assumere.
Cosa c’è di più logico? Una volta alleggeriti gli organici si potrà tornare ad assumere, dice Bonomi, non è che la matematica dopo Pitagora è rimasta ferma a quei concetti banali di somma e sottrazione, se pensate ancora che due più due fa quattro vi meritate di essere poveri e banali.
E nel caso qualcuno pensasse che basti questo – licenziare per assumere – per far ripartire la disastrata economia italiana, l’illuminato leader degli ispirati industriali italiani è pronto a precisare: dobbiamo anche rendere più flessibili i contratti, a partire da quello a tempo determinato, per affrontare la flessibilità del mercato. D’altronde come lo curi il male se non con il male stesso?
In fondo è lo stesso principio del vaccino, ti inoculano il virus per produrre gli anticorpi che combattono il virus. Peccato che gli anticorpi sindacali sembrano ormai simili a quegli antibiotici che non hanno più la forza di combattere i virus che in sala operatoria si sono talmente ingigantiti da essere fuori controllo medico.
Per produrre ricchezza provoco povertà. Per assumere licenzio. Per farti lavorare in sicurezza ti tolgo i diritti. Questo in sintesi il confindustrialpensiero.
Sarebbe molto piaciuta a Bonomi e ai suoi accoliti Manchester nel 1844: dove gli operai vivevano in venti in buchi lunghi un metro e mezzo per sei di larghezza senza pavimento con rifiuti e frattaglie ovunque, le stalle con i maiali, dove dormivano altri esseri umani… sporcizia, rovina, salute precaria.
Però era la prima città manufatturiera al mondo in quel periodo, quindi ha ragione Bonomi: tenere i lavoratori in cattività farà recuperare in fretta all’Italia i 9 punti di percentuale persi dal Pil nell’anno del Covid.
Non è che Bonomi sta lì a grattarsi la pancia, di proposte ne ha espresse a bizzeffe. Un’altra è quella di abbassare da subito il livello del contratto di espansione, ora bloccato alle aziende con 250 dipendenti per favorire la “staffetta generazionale”.
Perché lui ci tiene al benessere dei giovani, anzi propone al governo: perché non ci mettete voi i soldi pubblici rafforzando il bonus per giovani e donne e agganciandolo al contratto di espansione? Perché con i soldi pubblici le imprese affrontano la crisi, ma attenzione a non urtare la suscettibilità di Bonomi perchè lui le canta chiare: no alla statalizzazione, perché la gestione pubblica non ha dato grandi risultati.
Capito? Lo Stato deve dargli i soldi, ma senza poi il diritto di pretendere il rispetto delle leggi e delle regole che è un’usanza molto volgare.
La peggior classe imprenditoriale d’Europa, l’espressione massima del capitalismo parassitario alimentato dai soldi pubblici, l’unico padronato europeo non alimentato dalla nascita di una borghesia “compradora” che rischia nell’impresa i suoi soldi – Confindustria, in una sola parola – ha fatto la sua scelta (di classe) precisa.
Verrebbe da dire che si prevede uno scontro duro ma per scontrarsi bisogna essere almeno in due e qui manca l’altro contendente, quello a difesa dei lavoratori i quali dovranno fare i conti nei prossimi mesi con un delirio di onnipotenza del padronato che al momento nessuno sembra in grado di arginare.
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