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Lavoratori, socialismo, pandemia

La prima volta dei sindacati di base in uno sciopero unitario è l’occasione per mettere mano a quelle difficoltà che la crisi pandemica ha evidenziato nel modo di agire il conflitto sociale.

Occorre subito dire che il virus esiste, ha ammazzato milioni di persone, soprattutto proletari, nell’intero pianeta.

E non possiamo che affermare che i lavoratori della sanità hanno affrontato la pandemia con intelligenza, spirito di abnegazione, al punto di essere riconosciuti come eroi nei momenti peggiori, salvo poi essere dimenticati o addirittura essere accusati di incuria, menefreghismo criminale o peggio, vero e proprio intento di uccidere, con pratiche mediche assolutamente normali in caso di emergenza come l’intubazione.

Qui a Bergamo nel tragico marzo dell’anno scorso nessun medico, infermiere si è sottratto al proprio dovere. Semplicemente è andata in crisi la struttura di vigilanza sanitaria e di rimpallo i suoi decisori politici. Se avessero chiuso Alzano e Nembro, probabilmente la storia della crisi pandemica sarebbe stata diversa.

Così come a Wuhan, dove tutto sembra essere nato, è ricominciata la vita e oggi, checché se ne dica della dispotica Cina, si gira senza, green pass ma con senso di responsabilità. Certo, è vero che noi, che ce la meniamo con la democrazia, dove ogni decisione dovrebbe essere vagliata dal popolo, abbiamo rappresentanti che negano il problema stesso.

Infatti, dopo avere avuto seimila morti nella bergamasca in due mesi, gli stessi della I guerra mondiale in tre anni, qualche infame si permette ancora di dire che i camion militari in borgo palazzo erano vuoti.

Costoro sono come quelli che negano i morti sul lavoro. Sono gli amici di confindustria, quella che traccheggiava con Gori e Fontana per non chiudere due comuni della valseriana.

Davanti a una piazza finalmente operaia chiediamo che si rimettano le cose a posto, che la salute venga prima della polemica sul green pass, che nulla ha e deve avere a che fare con i deliri no vax, per questo chiediamo che il tampone sia gratuito come sicurezza ulteriore al vaccino e non come sua alternativa, in modo che uno screening di massa, isolamento, tracciamento e quarantena dei positivi, possa contribuire a contrastare l’epidemia.

Respingiamo al mittente ogni cazzata sulla dittatura sanitaria, sapendo bene che la sanità, la salute è il principio di ogni vivere comunitario. Auspichiamo una campagna di vaccinazione di massa, senza inutili infingimenti obbligatoria. Vogliamo altresì che ogni popolo del pianeta abbia gratuito accesso a tutti i vaccini approvati dall’OMS.

Chiediamo verità e giustizia per quanto successo qui a Bergamo, ben sapendo delle responsabilità politiche dei decisori tanto al governo nazionale quanto a quello regionale.

Sono ancora tutti al loro posto, questo è lo scandalo.

Vogliamo che tragedie del genere non si ripetano, che la sicurezza sul lavoro riguardi anche il diritto a non infettarsi e il dovere di non infettare, che non si operi ammassati e che i dpi siano a carico delle aziende, così come tamponi e tracciamenti, che il green pass non sia l’alibi con cui i padroni si lavano le mani, tenendo le aziende aperte come fecero a marzo dell’anno scorso.

Il principio della quarantena deve valere non solo per le scuole ma anche per i reparti e gli uffici.

Chiediamo un’inversione di tendenza riguardo le privatizzazioni in campo sanitario, perché la salute è bene comune come l’aria e l’acqua e non deve generare profitti ma benessere per i cittadini e salari dignitosi per i suoi operatori.

Chiediamo l’abolizione dei brevetti sui vaccini e l’estensione della validità a tutti quelli approvati dall’Oms, perché non è giusto che lavoratori stranieri vaccinati con immunizzanti diversi siano esclusi dal green pass, con il paradosso di Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano e disegnatore del vaccino cubano Soberana, che qui in Italia non può lavorare in quanto vaccinato con il farmaco che lui stesso ha realizzato.

Chiediamo che i profitti dei padroni generati dal nostro sfruttamento vengano messi a disposizione del servizio sanitario nazionale attraverso una patrimoniale di scopo.

Chiediamo che la sanità torni ad essere esclusivo appannaggio dello stato e non delle regioni.

Respingiamo ogni negazionismo, frutto di un pensiero reazionario, denunciamo le piazze di questi giorni come intrinsecamente di destra, a prescindere dalla presenza o meno di fascisti dichiarati.

L’assalto alle Camere del lavoro ci ricorda brutti tempi e lo dico da “non pentito”, rappresentante di una generazione che cacciò il “generale capelli corti” Lama dall’università.

Un’ultima cosa.

Questa crisi sarà regolata da chi saprà mettere in campo risposte efficaci, in termini di salute e benessere, all’irrazionalità del capitalismo, che macina e rigenera risorse e forze produttive, dobbiamo contrapporre non le baggianate new age e falso-ecologiste, ma la razionalità e il metodo scientifico, perché la posta in gioco questa volta è altissima e definitiva.

* Discorso al presidio sotto confindustria a Bergamo in occasione dello sciopero unitario dei sindacati di classe, l’11 ottobre 2021, a nome di Comitato popolare verità e giustizia per le vittime da covid, Comitato nazionale chiarezza sui vaccini, marxismo e metodo scientifico 

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