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Pandemia di classe

Ricapitoliamo…

Il morbo ha ripreso a infuriare, il pane comincia a mancare. Di bandiere bianche che sventolano nei salotti televisivi ne abbiamo fin troppe.

Siamo alla quarta ondata.

Il covid ha superato le performance della “spagnola” che si era fermata dopo la terza.

Siamo di fronte a una Caporetto.

Al disastro sanitario.

Tranquilli, a morire saranno i deboli e i poveri.

I ricchi hanno già la pillolina che li guarisce se incappano nell’infezione.

700 euro a ciclo di cura. Cliniche con assistenza h24, medici, infermieri, strutture di avanguardia.

Possono permettersi il lusso di mantenere le proprie arterie pulite dalle “porcherie”.

Se uno si può permettere di spendere 1.000 euro al giorno per un gazebo sulla spiaggia “in” che volete che sia spenderne altrettanti per curarsi?

Se rivediamo i filmati andati in onda nei mesi scorsi, le promesse, gli impegni, gli obiettivi, il “liberi tutti” perché “l’emergenza è finita“, la retorica sulla “rinascita“, abbiamo il senso esatto del fallimento delle politiche fin qui attuate per contenere l’epidemia.

Nessuno più pensa che il covid possa essere “sconfitto”. Occorre conviverci, come si convive con tutte le altre malattie.

E in questo conviverci ognuno è svantaggiato o avvantaggiato a seconda delle proprie possibilità (economiche).

Fallimento, dei vaccini, della “dittatura sanitaria“?

No, è esattamente il contrario.

Dittatura sanitaria vorrebbe dire mettere al primo posto la necessità di combattere l’epidemia.

Subordinare a quell’obiettivo ogni scelta e ogni decisione. Accettare i costi che questo comporta.

Costi economici e limitazioni alle proprie libertà individuali.

In realtà quello a cui abbiamo assistito è stata la dittatura dell’economia, degli interessi delle varie corporazioni che hanno imposto le scelte sanitarie con l’occhio attento al loro portafoglio più che al “bene comune”.

La lotta fra le classi e i ceti sociali coinvolti si è svolta sul terreno di chi doveva pagare e chi no le conseguenze delle “soluzioni” sanitarie.

Condizionati pesantemente dalle priorità economiche si sono giocati pure la carta del vaccino, usato come arma psicologica per rassicurare dalla paura della malattia, più che come strumento concreto per debellare il virus.

Le campagne vaccinali su base nazionale sono destinati al fallimento, o a dare risultati non all’altezza delle aspettative, in presenza di un virus che non conosce frontiere e che muta più velocemente della capacità dell’apparato scientifico e produttivo di rispondere.

Le campagne vaccinali si conducono continuando a tracciare e isolare i focolai di infezione.

A limitare la circolazione di chi potenzialmente può infettarsi.

Non sono alibi per il “liberi tutti”.

Ma che scrivo a fare…

In Olanda si fa la guerra per la libertà di “movida”.

E già immagino i cori di indignata protesta contro la “tirannica” misura di imporre l’obbligo vaccinale.

Sarà costituzionale?

Tecnicamente nemmeno staccare la spina a un malato per fare posto a uno con più possibilità di farcela, o rifiutare le cure per mancanza di lettini attrezzati è anticostituzionale.

Ma per chi si trova a doverci fare i conti non è che cambia granché.

* da Facebook

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3 Commenti


  • Mauro

    Con l’obbligo vaccinale saremo TUTT*nelle loro mani..faranno di noi ciò che vogliono,peggio di adesso..ed alla loro immaginazione non c’è limite.


  • andrea lapponi

    Trovo questo articolo senza senso!
    Ci trovo un sacco di contraddizioni. Sostiene che aprire è sbagliato e fatto solo per l’economia e che invece il vaccino e tracciare e isolare i focolai è la cosa giusta…..
    Ora il problema è che da quando c’è il vaccino non si traccia e non si isola, e di questo l’articolo non ne parla. Anzi, già il GP superava il tampone per i vaccinati, e, ho sentito di persone con sintomi a cui non hanno fatto il tampone perchè vaccinati… Ora poi che c’è il superGP visto che neanche servono per andare al ristorante si faranno ancora meno tamponi…
    Da quando c’è il vaccino non si traccia, non si isola e sopratutto non si parla più dei tagli alla sanità degli ultimi trent’anni…. Ma invece è tutta colpa dei novax…

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