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La risposta internazionalista alla barbarie

Nell’odierna disputa tra Russia e Ucraina si devono considerare i rapporti di forza e di possibilità di espansione da parte di Cina, Russia ed Europa. La Cina é chiusa militarmente dalla Russia con la quale è interessata a incrementare gli scambi economici.

Non a caso ha sviluppato armamenti navali a discapito di quelli terrestri che gli possono servire solo come difesa da eventuali attacchi dai paesi limitrofi e come repressione interna.

La Russia ha interesse di limitare la espansione ad est dell’Europa che negli ultimi trenta anni ha vinto la guerra economica e vaporizzato la “cortina di ferro”.

La differenza tra Russia e Cina sta nel campo tecnologico. I primi non hanno sviluppato quasi nulla, concentrando la loro economia sulla esportazione delle loro materie prime,  soprattutto gas e petrolio.

La Cina é una potenza economica costruita nello sviluppo tecnologico  immesso nei suoi processi produttivi. Quindi, la Cina ha l’interesse di espandersi nel Pacifico ma la sua scelta, per ora, non potrà che essere un rafforzamento dello scambio di merci con il mondo opulento, mentre la Russia si ritrova a contrastare militarmente l’Occidente, aggressività determinata dagli errori politici economici che l’hanno caratterizzata, soprattutto, dal dopoguerra a oggi.

L’Europa, forte economicamente, vuole completare la sua espansione a est, territorio da sempre considerato facente parte dei confini del Vecchio Continente. Ma la sua espansione non è principalmente militare; con i suoi forti investimenti attuati dalla fine degli anni ottanta ha allargato la sua sfera di influenza dilapidando il capitalismo di stato della vecchia Unione Sovietica.

Oggi l’imperialismo si misura militarmente. Come sempre è avvenuto storicamente, la nazione che si vede impedita nella sua espansione economica prende le armi ed aggredisce.

Ancora una volta alla risposta imperialista dell’Occidente e dell’Oriente dobbiamo rispondere con l’internazionalismo, unica arma che il proletariato ha per fermare la immonda barbarie del nazionalismo imperialista.

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