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O si ferma la guerra o la guerra fermerà tutti noi

Quando il 24 febbraio iniziò l’invasione russa dell’Ucraina, dopo otto anni di guerra civile nel Donbass, noi dicemmo che questa guerra andava fermata subito, con trattative e compromessi, o sarebbe diventata la terza guerra mondiale. Ci derisero, ci insultarono accusandoci di essere “servi di Putin”.

Italia ed Europa furono prese dallo stesso delirio bellicista del 1914, guidato dall’alleanza tra forze apertamente reazionarie e il cosiddetto “interventismo democratico”.

Sostenuti da una martellante campagna di stampa, i governi, compreso quello di Draghi, ci portarono in guerra contro la Russia. E il Presidente Mattarella interpretò a suo modo la nostra Costituzione affermando che l’articolo 11 non voleva dire quello che c’è scritto, ma quello che dice la NATO.

Così copiando Putin nel negare di essere in guerra mentre si faceva la guerra, i nostri governanti ci hanno portato passo dopo passo sull’orlo della catastrofe. Durante la campagna elettorale hanno fatto finta che la guerra non esistesse; da stupidi vigliacchi non hanno avuto né il coraggio né l’intelligenza di dire come pensavano di concludere la guerra. Intanto la guerra cresceva di se stessa.

Ora il governo ha chiesto ai nostri concittadini di lasciare la Russia, seguendo come sempre le disposizioni di Biden. E saltano in aria i gasdotti, si parla tranquillamente del possibile uso del nucleare, mentre una valanga di armi e soldati, mai vista dal 1945, invade le pianure europee.

Le regioni russofone dell’Ucraina vengono annesse alla Russia, mentre Zelensky chiede l’adesione immediata alla NATO. Così finalmente anche sul piano formale NATO e Russia si spareranno tra i loro confini.

Avevamo ragione noi e torto marcio tutti i guerrafondai, comunque si presentassero con i loro proclami. Le sole alternative reali in campo sono sempre state due: o negoziato o terza guerra mondiale. Tutto il testo è malafede.

Il solo modo per fermare la guerra è non farla, ma i nostri governanti sono oramai prigionieri delle loro stesse menzogne. E dopo aver creduto e fatto credere che bastasse uno sforzo di poche settimane per fermare la Russia, ora si stanno convincendo che il solo modo di uscire dalla guerra è vincerla, costi quello che costi. Così ci portano allo sterminio, per non dover ammettere di essersi sbagliati.

Questa è una guerra che nessuno più vincere, ma che l’intera umanità può perdere.

Ve lo ricordate quando dicevano che bisognava “fermare il nuovo Hitler” e che chi era contrario all’invio delle armi era suo complice? Pessimi e falsi storici del passato, ci hanno portato dentro un presente da incubo.

Noi che avevamo e abbiamo ragione dobbiamo far sentire la nostra voce con tutta la forza che abbiamo.

Dobbiamo pretendere che ci siano un immediato cessate il fuoco e poi le trattative, non solo tra Russia e Ucraina, ma soprattutto tra NATO e Russia. E dobbiamo chiedere che l’Italia esca dalla guerra ora, innestando la reazione a catena della pace invece che quella delle bombe atomiche.

O si ferma la guerra o la guerra fermerà tutti noi.

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3 Commenti


  • Francesco Salistrari

    Assolutamente d’accordo. La situazione è gravissima e si rischia di superare il punto di non ritorno. E l‘atteggiamento passivo e succube dell’Unione Europea, che accetta supinamente le conseguenze di scelte di politica militare ed economica che non sono le sue, è il dato veramente più preoccupante di tutta la situazione, perché se non si reagisce nemmeno di fronte ad un disastro annunciato, vuol dire che i margini di indipendenza dagli Stati Uniti, sono ancora più limitati di quello che si era sempre pensato. Parliamo di colonie, altro che Stati liberi. Papale papale.
    Quello che sta succedendo con i gasdotti North Stream è un atto di guerra nei confronti della Russia, che rischia di portare il continente in una escalation dalle conseguenze drammatiche.
    E ascoltare la grancassa mediatica, che compattamente avalla la propaganda americana (NATO) senza vergognarsi nemmeno un po’, fa davvero ribrezzo.


  • Rosa Sorda

    D’accordo con l’articolo e d’accordo con il commento precedente. Mi chiedo perché non si organizzano proteste, cortei, perché questo silenzio, perché nessuno prende l’iniziativa di manifestazioni pubbliche. Siamo sull’orlo di una catastrofe e ce ne stiamo inerti e passivi come un gregge di pecore avviate al macello


  • Simone Picozzi

    la guerra mai, devono essere le diplomazie a prevalere.
    ma evidentemente non è così, non ho capito perché l’Italia sia entrata mandando armi.
    perché???? cosa c’è sotto che non ci raccontano?
    c’è sempre modo di uscirne, mi sembra di aver letto che il Parlamento tedesco ha votato contro l’invio di altre armi.
    potrebbe essere il primo piccolo passo per evitare il punto di non ritorno che vedo sempre più vicino

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