L’irruzione poliziesca a La Sapienza, in difesa di una riunione di fascisti, un parlamentare fascista e l’ex tutto Capezzone, non ha trovato d’accordo molti docenti. Qui la lettera con cui il prof. di economia, Luciano Vasapollo, con il suo solito coraggio, denuncia lo sfregio fatto all’università da poliziotti manganellatori, con la complicità sostanziale della rettrice.
*****
“Cari colleghi,
come libero e democratico cittadino cresciuto nei valori dell’antifascismo e nella difesa di ogni punto della nostra gloriosa, e sempre viva Costituzione della Repubblica italiana, e come docente universitario,di ormai 67 anni e 35 di onorato servizio per la nostra comunità e per il nostro Paese, provo imbarazzo se non addirittura vergogna per ciò che è successo martedì all’interno delle mura della nostra città universitaria, dove senza alcuna forma di dialogo sono stati manganellati, brutalmente, democratici e antifascisti, che protestavano con le loro forme, forse strillate, ma del tutto pacifiche e democratiche, un loro punto di vista, senza voler assolutamente compiere atti di violenza.
Vengo e rivendico la mia provenienza dai movimenti di lotta studentesca degli anni ’70 da una lunga carriera di docente universitario, e da oltre 10 anni di attività di delegato del rettore con Frati e Gaudio e quindi di ruolo della governance centrale, e non mi era mai accaduto di vedere ciò che ho visto ieri e di sentire in tanti telegiornali e in tanti giornali una così non piacevole descrizione della nostra istituzione.
Solo perché le nostre istituzioni non hanno, secondo me, svolto adeguatamente e in maniera corretta quel dialogo opportuno evitando assolutamente la presenza di polizia con caschi e manganelli e conseguenti dure manganellate e con un trattamento non certo accorto e democratico verso i nostri studenti che comunque hanno il diritto di manifestare, come pacificamente stavano facendo.
Chi di dovere, avrebbe dovuto non chiamare o non fare entrare, o eventualmente far uscire la polizia dall’Ateneo o oggi dovrebbe denunciare al Ministero degli interni quanto accaduto, difendendo la nostra comunità accademica e non certo con il comunicato di ieri firmato dalla rettrice che reputo perlomeno, incompleto, ambiguo e mi imbarazza nei contenuti, laddove di fatto si giustifica l’operato delle forze dell’ordine.
Un caro abbraccio, e viva sempre la nostra Costituzione nata dalla Resistenza antifascista, abbracci,
Luciano Vasapollo”
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Alida Vilardi
Apprezzo la dichiarazjone chiara e aperta del prof.Vasapollo
Avrei anche preferito che di tali dichiarazioni ce ne fossero state tante ma proprio tante a settantanni e piu’di demicrazia repubblicana.
Il fascismo e’sempre vivo attivo e presente nelle sue molteplici forme nel nostro quotidiano e qualsiasi cittadino democratico se ne deve fare carico.
Chi riduce il fascismo ad un fatto storico datato e concluso ne e’complice ed e’antidemicratico.
L’antifascismo e’nella nostra Costituzione ed e’sempre attuale e necessario ma mai scontato
Pasquale
Chi gestisce il potere solo per potere, ha sempre fatto uso, storicamente, della violenza per reprimere la contestazione e la protesta, sia con gli studenti sia con gli operai. Chi ha vissuto il conflitto sociale sa che l’intervento delle forze dell’ordine con i manganelli durante scioperi e manifestazioni, serve da messaggio per ricordare che lo stato è legittimato a spegnere le proteste e le contestazioni anche con la violenza. Specie se si regge su governi reazionari.