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Contraccezione: usciamo dalla mistica della naturalità

Da tempo vi sono atteggiamenti mistici da parte di gruppi di donne nei confronti delle mestruazioni, dei cicli lunari, della dea madre e simili. Tutto questo va benissimo finché è una libera scelta personale.

Posso amare e idolatrare qualunque funzione umana, dal respiro alla digestione, purché io non cerchi di convincere qualcun altro con notizie false. Posso coltivare i modi più strani per evitare gravidanze indesiderate, ma se li insegno a qualcun altro e svolgo una professione sanitaria sono tenuta, tenuto a dire che ci sono metodi più sicuri.

Tanto è vero che di solito non è personale sanitario quello che insegna i metodi “naturali” di contraccezione, perché non corre rischi di denuncia e richiesta di risarcimento. Sta a te controllare da chi stai prendendo le tue informazioni.

In quest’ottica è uscito un articolo per la Repubblica, sulla pillola contraccettiva, a firma di una dottoressa in storia, nobilissima laurea che però non ha niente a che vedere con la sanità. L’articolo descrive i danni della pillola e la gloria della natura riproduttiva delle donne, ci spiega, per esempio, bontà sua, che la pillola non regolarizza il ciclo.

Questo concetto, com’è noto, è stato il cavallo di Troia per far entrare la contraccezione ormonale in Italia quando ancora era in vigore il codice fascista Rocco che vietava qualunque limitazione della capacità riproduttiva. È tuttora diffuso a causa di una specie di pudore, soprattutto fra le madri di adolescenti che dicono volentieri “Ah ma mia figlia la prende proprio per regolarizzare il ciclo, gliel’ha data apposta il suo ginecologo”, sottintendendo che non farebbe mai una cosa del genere per godere in pace.

Lui, il ginecologo, attento al customer care, per una cifra ragguardevole di solito si presta a questo teatrino. Nel resto d’Europa invece è il medico di medicina generale che prescrive la pillola (anche in Italia sono state stilate delle linee guida per permettere ai MMG di prescriverla), ma comunque in tutto il mondo si prende per fare l’amore senza problemi, senza rimanere incinte, non certo per regolarizzare il ciclo. Oppure per liberarsi di una serie di patologie o alterazioni non patologiche, ma che rendono la vita impossibile o molto più faticosa di quello che desideriamo: dall’endometriosi alle mestruazioni abbondanti, alla dismenorrea (dolori mestruali).

La pillola consente a milioni di donne di condurre una vita libera sessualmente e spesso libera dal dolore fisico e dalla riduzione delle proprie possibilità. Ci dicono che quei quattro o cinque giorni potresti desiderare di ascoltare il tuo flusso e la conseguente emozione. Certo, purché non sia obbligatorio. Non c’è nessuna motivazione sanitaria per dire che ciò serve a qualcosa.

Una volta che si prende la pillola, o si inserisce l’impianto sottocutaneo che rilascia un ormone, o la spirale intrauterina medicata agli ormoni, non c’è quindi bisogno di ricordarsi che giorno è, di che consistenza è il muco vaginale, quando hai avuto l’ultima mestruazione o storie simili.

La pillola – è stato scritto da altre più importanti prima di me – è stata la liberazione delle donne dalla condanna della procreazione e ha contribuito non poco alla loro liberazione sessuale. E io che ho lavorato negli anni ‘80 in zone di immigrazione meridionale mi ricordo bene come le donne si girassero dall’altra parte se mi incontravano per strada, perché dovevano fare finta di non conoscere “la dottoressa del consultorio, quella che regge er gioco alle donne”.

Questo spiega perché periodicamente si prova a demonizzarla. Mentre, a parte una categoria di donne a rischio genetico, non si rischia proprio nulla a prenderla. E non si rischia niente se non si emette sangue ogni 28 giorni, e nemmeno se non si ovula.

Questa decantata ciclicità non migliora affatto la vita delle donne, anzi. Le donne sono deputate dalla natura alla riproduzione, in maniera che definirei coinvolgente. Hanno due ovaie, che portano a maturazione gli ovuli, (che sono tutti presenti già alla nascita), hanno un condotto, la vagina, attraverso il quale gli spermatozoi nuotano per raggiungere l’ovulo maturo e fecondarlo. Hanno un muscolo che sta su questa strada, l’utero, nel quale l’ovulo fecondato si impianterà, facendo il cammino all’indietro dello spermatozoo.

Se stanno male questa riproduzione si interrompe. È un meccanismo di protezione. Se dimagrisci molto, se sei sotto stress, se ti ammali, spesso, anche se non sempre, si interrompe la funzione riproduttiva. Il centro di comando cerebrale è influenzato dagli ormoni dello stress e quindi quando viene sommerso da questi ormoni smette di comandare l’ovulazione.

Se altri ormoni non funzionano, ad esempio la tiroide, possono influire negativamente sul meccanismo riproduttivo. Il motivo è facile da capire. Una donna in condizioni di stress, senza cibo, senza sonno, malata per altri motivi, non sarebbe in grado di portare avanti una gravidanza con successo. Si potrebbe perdere il cucciolo e anche la madre. Ok.

Non è il contrario però. Non è che se non ovuli, o non mestrui, o non sei attraversata dalla funzione riproduttiva per qualche altro motivo, menopausa o terapia di soppressione dell’ovulazione a fini contraccettivi questo ti provoca un danno. Si può stare senza ovulare, si può stare senza mestruare per anni e anni e questo non provoca nessun danno.

Per le donne che hanno problemi con la pillola estroprogestinica, esiste la pillola solo progestinico che di solito si può prendere anche in caso di rischio. Se un medico dice “tu la pillola no!!” si può rispondere: “ma neanche la solo progestinico?”. In Inghilterra e in Nuova Zelanda è un farmaco da banco.

Tutto il pacco delle credenze per cui non avere il sanguinamento periodico ha conseguenze negative (non ci si purifica, poi non ti vengono più, poi ti intossichi con il sangue che è rimasto dentro) o non avere l’ovulazione darà conseguenze in futuro è da prendere globalmente e scaraventare dalla finestra.

Meno che mai ha un senso la credenza che controllando ossessivamente il proprio corpo mestruato si possano prevenire chissà quali malattie. O l’idea che se non segui “la natura” ne avrai delle conseguenze drammatiche.

Cosa vuol dire per le donne “seguire la natura”? Vuol dire passare tutta la vita o incinte o in allattamento, le donne che lo fanno hanno circa 50 mestruazioni in tutta la loro vita. Rimangono incinte, partoriscono, allattano, quindi trascorrono tre anni senza mestruazioni, poi una o due mestruazioni al massimo, e dopo di nuovo incinte.

Una donna può avere trenta o anche quaranta bambini, e il suo rischio di morire dopo un certo numero di gravidanze aumenta, le fiabe sono piene di matrigne non solo per motivi psicanalitici, ma perché le madri spesso morivano.

Questo è “seguire la natura” e francamente mi sembra una cattiva idea. Infatti le donne non seguono la natura. Cercano di avere un numero di figli limitato, o anche nessuno, fanno l’amore se credono, usano anticoncezionali. Compresa la pillola. Molte di loro si sentono più eccitate all’idea che non possono rimanere incinte. E magari cercano informazioni da personale sanitario non religioso.

Buona pillola a tutte.

* da MicroMega

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1 Commento


  • paolo regolini

    Un articolo chiarissimo, esauriente, senza sconti per nessuno/a.
    Meriterebbe di essere volantinato dappertutto.
    paolo regolini

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