Biden, il presidente più anziano della storia, vuole battere il suo stesso primato, farsi eleggere in un secondo mandato. Gli anziani, non solo i vegliardi, meritano e raccolgono simpatie. Joe Biden no. Perché, come nel siciliano teatro dei pupi, si muove a scatti, ha il viso sorridente o cupo nei momenti sbagliati. E poi quel dito che abbiamo visto scattare in alto durante le visite in Ucraina e in Polonia ammonisce il più fedele alleato degli Stati Uniti e induce al sorriso i contestatori.
I discorsi – scritti dai professionisti del Dipartimento di Stato – sono taglia e incolla di quelli di Zelensky, l’onnipresente sugli schermi televisivi del mondo o di qualsiasi altro leader politico o religioso, un Bergoglio, una Meloni, un Bo-Jo Johnson.
La terra, secondo gli scienziati sta perdendo i suoi equilibri interni, la sua massa, il suo ossigeno, i terremoti a più brevi scadenze, nubifragi e siccità, l’economia USA e occidentale in genere è sull’orlo di una recessione senza precedenti, il che viene regolarmente negato dai Babbi Natali di Westmister o dell’Eliseé.
Biden non si cura di menzionare queste facezie. Tutto va bene, madama la marchesa. Tutto va male per la Russia di Putin che, in caso di aggressione e tentativo di disgregazione, minaccia di accendere i suoi petardi nucleari. Non li accenderà per primo – ha detto la scorsa settimana – a differenza dei governi degli USA che si sono riservati di farlo.
“Sleepy” Jo Biden dà l’impressione che la crisi ucraina sia iniziata pochi anni fa e non sia stata invece provocata dalla trentennale aggressività espansiva del Grande Impero d’Occidente, che non da ieri vuole non più un’Ucraina neutrale – com’era stata sancita dalla signora Angela Merkel – bensì uno stato in armi (americane) che induca alla resa del massacratore della Cecenia.
E l’informazione; intona ogni dì l'”adoremus fratres” davanti alle baggianate pre-elettorale del grande capo. (Quanta verità negli “Scemi di guerra” di Marco Travaglio o nella “Democrazia dei Signori” di Luciano Canfora).
L’anno in corso si è aperto con la necessità di portare Vladimir Putin davanti al tribunale dell’ Aja per crimini contro l’umanità. Gli USA sono esenti da trattamenti del genere. Basti guardare alle atrocità commesse dai baldi marines e dalla 82ma aerotrasportata in Afghanistan e in Iraq (Abu Ghraib, Falluja.. ) Basta pensare alle migliaia di deportati legati nelle tute arancioni in 38 ore di viaggio a Guantanamo. Ce ne sono ancora una cinquantina sottoposti alla tortura della tavola in acqua…
Cos’altro ha fatto il signor Biden? Dopo 17 anni di tregua ha ridato il via alle esecuzioni capitali della giurisdizione federale. Un’altra dimostrazione di chi conta in Europa che esclude i paesi che non abbiano abrogato la pena di morte.
E’ tutto “consequenziale” , come dicono i napoletani: se le sparatorie sono quotidiane in tutti i 50 gli stati, se la polizia spara su chi si arrende con le mani in alto, se Biden con l’appoggio repubblicano stanzia altri 300 miliardi in nuovi armamenti ultramoderni; sic et simpliciter, perché “The Europeans” non devono fare altrettanto?
Parliamoci chiaro: non imiteremo il grande alleato che vuole condannare Assange a 147 anni di galera e, passata la bionda Meloni, abrogheremo ergastoli ostativi, 41 bis ed altre barbarie che vanno con il fascismo.
E’ stato un magistrato dal nome anglosassone Woodcock, a lanciare pochi anni fa una riforma radicale di una legislatura che oggi ci espone alle sanzioni delle istituzioni europee.
* da Facebook (trascrizione di Cristina Micalusi)
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