Se sul piano formale non c’è stato ancora un esplicito via libera dagli Stati Uniti a possibili operazioni militari turche in Siria, Washington e Ankara stanno lavorando a nuove opzioni operative dopo che la «imminente caduta» del regime di Bashar Al Assad – più volte annunciata – ancora non si è verificata. La Clinton ha annunciato una più stretta «pianificazione operativa» con la Turchia sul fronte siriano. Non è stato esplicito il segretario di Stato, ma ha indicato che con il coinvolgimento di intelligence e militari dovrà «accelerare» la caduta del regime e preparare il dopo-Assad.
La Turchia, che appoggia i miliziani ribelli sunniti, secondo la stampa di Ankara, avrebbe pronti piani di intervento militare in territorio siriano lungo il confine, per creare una zona cuscinetto di 20 km, e nelle province del nord curdo, per impedire che diventino una base arretrata dei separatisti del Pkk, impegnati da fine luglio in una forte offensiva nel Kurdistan turco.
Secondo alcuni analisti la Turchia preme per l’imposizione sotto leadership americana di una «no fly zone», come in Libia, su parte del territorio siriano. Una ipotesi che non è stata scartata dalla Clinton che ha dichiarato che con la Turchia gli Usa prepareranno piani per l’ipotesi dello «scenario peggiore, nella eventualità che queste vengano usate, dalla Siria in caso di invasione straniera. Gli Usa e i paesi alleati, in Occidente e in Medio oriente, con ogni probabilita’ attueranno al piu’ presto una «no-fly zone» sulla Siria. Lo ha di fatto annunciato l’ex segretario alla Difesa statunitense, William Cohen, in un’intervista a «Political Capital with Al Hunt» di Bloomberg Television.
Secondo Cohen «stiamo arrivando ad un punto in cui la violenza è così grave, credo, che si assisterà ad una spinta in favore dell’istituzione di quelle no- fly zone”. Per l’ex segretario alla difesa tuttavia la partecipazione americana a questa possibile operazione di “no-fly zone” sarà legata a quella degli alleati. «Non credo che gli Stati Uniti procederanno da soli».
Nei giorni scorsi John Brennan, consigliere del presidente Barack Obama in materia di sicurezza, aveva rivelato che l’Amministrazione Usa sta valutando l’ipotesi di una no-fly zone “molto attentamente”. L’obiettivo dichiarato del segretario di Stato Usa è cercare di rompere, con nuove sanzioni, l’asse fra Damasco, Teheran e Hezbollah
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alexfaro
ma come faranno gli USA e la NATO ad attuare una no fly-zone sulla Siria,NON avendo il via libera del consiglio di sicurezza dell’ONU,a causa(x fortuna!)dei veti della Russia e della Cina?
forse state dimenticando che nel porto di Tartus,c’è l’unica base navale Russa nel Mediterraneo? dove attualmente stazionano almeno 4/6 navi da guerra Russe ed almeno altre 3 Cinesi ed Iraniane;
cosa succederebbe in caso di abbattimento di qualche aereo NATO od altri occidentali da parte dei Russi/Cinesi/Iraniani?
secondo me scoppierebbela 3^ guerra mondiale!
possibile che Obama/Rodham-Clinton,Cameron e compagnia cantante siano così idioti?
io spero vivamente di no.
un saluto
alexfaro
ottavio di berti
i banchieri mondiali che governano il mondo.da 100 anni (dinastie rockfeller e rothshild in prima fila) e.che tengono le redini del loro gioiellino crea debito usa stanno tremando i paesi emeegenti del bricks si sono inco.trati per.avere una loro banca mondiale e una loro.agenzia.di rating…..e una loro moneta…fine dei giochi…standard and poors trema….e spinge per la.guerra….