Menu

A questo punto non ce ne frega niente

Sabato diecimila persone in carne ed ossa erano in un bellissimo corteo a Roma contro la guerra ed il governo Meloni. Non è un cosa normale di questi tempi, è un fatto, una notizia. Ebbene di questo fatto sui tg: zero. Sui grandi giornali: zero.

A sua volta la manifestazione della CGIL è comparsa sui mass media come un salottino, una appendice di Porta a Porta raccontata solo con le battute di Schlein e Conte.

La nostra stampa fa schifo, è solo una appendice del palazzo e serve solo ad esso. Chi può dire di aver ricevuto una vera notizia dai nostri mass media? Nessuno. Essi non non devono raccontare i fatti, ma solo presentarli in modo consono al potere, oppure nasconderli.

I gazzettieri italiani si riempiono la bocca di “libertà” e “democrazia”, per questo salgono festanti sui carri armati e sugli aerei che in nome di esse fanno la guerra alla Russia. Ma se fossero in Russia sarebbero tra i più ridicoli propagandisti di Putin.

A questo punto però lo sappiamo. Sappiamo che l’Italia, colonia politica americana in condominio con banche e finanza europee, non può permettersi quella relativa libertà di stampa che pure c’è ancora nei paesi guida dell’Occidente.

Qui da noi nessun grande giornale, nè tantomeno un telegiornale, potrebbe scrivere sulla guerra criticamente e realisticamente, come la CNN, Le Monde, il Guardian, il New York Times, pure schierati totalmente con la NATO e il sostegno militare all’Ucraina.

La loro è la libertà dei padroni, la nostra stampa è serva dei servi.

Siamo al cinquantesimo posto al mondo nella classifiche ufficiali sulla libertà dell’informazione, ma quando si tratta di politica, secondo me, siamo molto più in basso.

La stampa italiana deve essere il megafono della classe di governo, ma ha anche il compito di definire “l’opposizione”, quella che ovviamente va bene al governo. È il perimetro del regime e per la stampa chi è fuori da questo perimetro non esiste, perché non deve esistere.

Ma noi esistiamo e ci siamo. Eravamo tante e tanti in corteo, con la convinzione che ai prossimi appuntamenti di lotta saremo ancora di più.

E della censura della stampa di palazzo a questo punto non ce ne frega niente. O meglio ci importa, come di tutti i nemici che sappiamo di dover affrontare se vogliamo davvero cambiare le cose. Ma i gazzettieri che ci censurano, nella gerarchia di questi nemici, sono ben in basso.

Il loro parlare di “libertà” va semplicemente trattato a pernacchie. E a chi ancora ci chiede stupìto: “ma com’è che della vostra manifestazione i tg non ne parlano?“, la risposta é una sola: la stampa mente e censura, censura e mente.

Certo che ci fa indignare se ci censurano, ma andremo avanti lo stesso, fino a che i tg e i grandi giornali saranno costretti a dire: e questi da dove son saltati fuori?

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

4 Commenti


  • Pasquale

    …non li abbiamo visti arrivare.


  • Giallo

    benvenuti nella censura di stato


  • Manlio Padovan

    Mi pare che venga al proposito la mail che ho d’inviato ieri a “prima pagina” trasmissione RAI e a “la Repubblica” il quotidiano.

    Manlio Padovan
    dom 25 giu, 16:32 (17 ore fa)
    a repubblicawww

    ———- Forwarded message ———
    Da: Manlio Padovan
    Date: dom 25 giu 2023 alle ore 11:05
    Subject: troie
    To:

    Gentili Signori,
    dite al pseudo giornalista vice-direttore di Repubblica, che questa mattina conduceva “prima pagina”, che la signora Rosi di Torino gli ha dato della puttana in quanto il problema sollevato dalla signora non erano le risorse, sulle quali lui ha amato distrarre gli ascoltatori, bensì il fatto che le troie delle cosiddette fonti di informazione non danno notizie sulla raccolta firme in corso per eventuali referendum. Dato che la sovranità appartiene al popolo, è quella una dimostrazione efficace che siamo un paese di merda.
    E visto che lui è un “partigiano” chiedetegli: se io per 8 giorni gli metto una mano sul culo, lui abbassa i pantaloni oppure all’ottavo giorno mi dà una sberla: che sarebbe contro ogni forma di diritto, compreso il diritto internazionale.
    Saluti.
    Manlio Padovan

    Manlio Padovan Papozze RO


  • Simo

    oltre ai grandi giornaloni, neanche la stampa locale e localissima se non per dare preventiva info sulla viabilità disturbata dai cortei.
    se non appari non esisti e se non esisti non puoi certo creare consenso sulle battaglie o aspettarsi qualche risultato sul fronte elettorale. 10mila siamo e 10mila resteremo
    ma insomma, non è certo da oggi, e non certo solo una conseguenza del governo meloni
    soluzioni non ne ho, ma certo che quando capisci che la strada impegnata è senza uscita bisognerebbe ripensare il percorso, altrimenti è una coazione a ripetere, è la mosca sul vetro
    tutto molto frustrante, personalmente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *