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Perché Gaza non è Auschwitz

Auschwitz fu l’esercizio scientifico di tutte le tecniche che mirano allo sterminio. Fu tortura prolungata, uso sistematico del terrore contro una popolazione di reclusi che non aveva nessuna possibilità di fuggire.

Fu lo scatenarsi di una potenza di fuoco gigantesca contro una popolazione indifesa, disarmata, nuda.

Fu il perseguimento intenzionale di un genocidio, l’assassinio sistematico degli innocenti, delle donne, dei bambini.

Quel che gli israeliani stanno facendo a Gaza, quel che gli israeliani fanno da decenni in tutto il territorio della Palestina, ha la stessa qualità di crudeltà e di accuratezza scientifica che ebbe dell’Olocausto ebraico di ottanta anni fa.

L’assedio ha provocato la fame, la sete, la mancanza di tutto ciò che è indispensabile per la sopravvivenza. I bombardamenti procurano terrore ininterrotto a persone innocenti che corrono da una parte all’altra senza sapere dove riparare.

L’intera popolazione israeliana (con pochissime eccezioni) ha partecipato allo sterminio dei palestinesi, come l’intera popolazione tedesca con pochissime eccezioni aveva partecipato allo sterminio degli ebrei.

E però non si tratta di due eventi identificabili, perché tra quello e questo c’è una differenza enorme.

La differenza tra Auschwitz e Gaza sta nel carattere pubblico, mediaticamente ostentato dell’Olocausto inflitto ai palestinesi.

La lezione che i nazisti di Sion stanno dando al mondo è che non c’è alcun modo per difendere la nostra vita, le persone a noi vicine, i nostri figli, contro l’illimitata violenza di uno stato che è nato come stato coloniale, avamposto dell’imperialismo occidentale, e fa uso sistematico delle tecniche di pulizia etnica, di apartheid, e deportazione di massa.

Gaza non è come Auschwitz, perché in quel villaggio polacco non c’erano le telecamere, mentre oggi è l’umanità intera che siede in salotto e osserva il suo futuro.

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3 Commenti


  • Oigroig

    Nel 1993 Franco Berardi “Bifo” scriveva il «Il Manifesto della nuova Tolleranza», e organizzava, in nome del «meticciato ideologico», una festa per «giovani con simpatie “estremiste” opposte», naziskin e comunisti.

    Che bisogno c’è di istituire paragoni così a rischio di ambigui meticciati ideologici?

    A me convince di più il ragionamento di un rivoluzionario moderato e antifascista come Vincenzo Consolo:

    «Nella modernità, le colpe non sono più soggettive, ma oggettive, sono della storia. I mostri non sorgono più dal mare, dalla profondità del subconscio, ma sono mostri concreti, reali, che tutti noi abbiamo creato (tutti noi abbiamo scatenato le guerre, creato i campi di sterminio, le pulizie etniche, lasciamo morire per fame la stragrande maggioranza dell’umanità…). […]. Itaca non è più raggiungibile. Questo, secondo me, lo scrittore oggi ha il compito di dire, di narrare».

    Tutti noi, tranne forse pochissimi, ora partecipiamo all’orrore contemporaneo e non riusciamo manco a svegliarci…


  • Mauro

    sto assistendo su Rainews24 ad un dibattito nel quale la difesa dei palestinesi viene accostata all’antisemitismo…ho vomitato..e niente,i palestinesi devono essere sterminati


  • Marco

    Oigroig o Giorgio non condivido il tuo ragionamento perché si sottrae al prendere parte e puntare chiaramente il dito contro i colpevoli del genocidio palestinese, ossia il sionismo fatto stato e la comunità internazionale in primis UE e USA. Bifo che per altri aspetti non ho condiviso in questo articolo lo fa e con un razionale oggettivo

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