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Freedom Flotilla. Ormai ci siamo

 

Nella Flotilla 2 saranno presenti circa 400 persone di 22 diverse nazioni, distribuite su 10 barche: due francesi, di cui una partita sabato; una spagnola; una statunitense; una canadese; una irlandese; una italo-olandese (e di altre nazionalità); due navi cargo – una della European Campaign to end the siege on Gaza, e l’altra svedese-norvegese-greca; una nave greca. I giornalisti a bordo saranno una trentina, di vari Stati. Per l’Italia, ci saranno inviati de La Repubblica, il Corriere della Sera, il Manifesto, del Secolo XIX, e il noto fotografo Tano D’Amico e Vauro,insieme a loro alcuni attivisti delle reti solidali con la Palestina.

La conferenza stampa è stata aperta dallo storico attivista e organizzatore delle flotilla per Gaza, Vangelis Pissias, della “Greek Boat”, spiegando che la missione della Freedom Flotilla si basa su due principi fondamentali: dare sostegno umanitario e difendere i diritti umani. “Abbiamo chiesto diverse volte di venire a controllare le nostre navi e il nostro carico – ha affermato Pissias -, perché il controllo diretto invaliderebbe la propaganda israeliana, che afferma che a bordo ci sono armi e terroristi. Noi difendiamo il diritto dei palestinesi alla libera circolazione nel Mediterraneo, come avviene per tutti gli altri Paesi dell’area”.

Ann Wright, colonnello in pensione dell’esercito americano ed ex diplomatico, nonché rappresentante della “US Boat to Gaza”, ha dichiarato con parole decise: “Sulla flotilla saranno presenti cittadini di 22 diverse nazioni del mondo per sfidare la politica israeliana e quella statunitense. Per questo abbiamo chiamato la nostra nave ‘The Audacity of Hope’ (libro scritto dall’allora senatore statunitense Barack Obama, ndr) per sfidare la politica dell’amministrazione Obama e del capo del Dipartimento di Stato, Hillary Clinton.”Il governo israeliano sta portando avanti una tremenda offensiva diplomatica contro la FF. Comprese la denuncia contro la US Boat. Abbiamo saputo che gli Usa hanno finanziato un gruppo conservatore per combattere la Freedom Flotilla. Ma noi diciamo al popolo di Gaza: ‘Stiamo arrivando!'”. E dalla sala si è elavato un coro entusiasta: “We are coming” (stiamo arrivando). E un applauso.

Dror Feiler, rappresentante della “Swedish Boat to Gaza” e della rete “Jewish for a just peace” (Ebrei per una pace giusta), ha dichiarato: “Partiremo nei prossimi giorni. Avremo due navi cargo e 8 barche passeggeri. Arriveremo a Gaza e romperemo l’assedio”. E, in quanto ebreo, ha poi aggiunto: “Ci sono due tipi di ebrei: i sopravvissuti che non vogliono che si ripeta nuovamente ciò che accadde loro nel passato, e coloro che non vogliono che altri subiscano ciò che loro hanno subito. Ecco, noi facciamo parte di quest’ultimo gruppo.

“Stiamo notando in questi giorni che, a causa della Freedom Flotilla, Israele sta cercando di alleviare l’assedio. E’ disperato: sta lasciando entrare medicinali, cemento e altri materiali prima vietati, per poter dire che non c’è alcun assedio e che quindi non c’è bisogno della flottiglia. Vedo anche che oggi ci sono tanti giornalisti che non si sono fatti spaventare dalle minacce e dalle pressioni. “Si legge anche che il valico di Rafah è aperto, ma non è vero. La gente della Striscia non deve essere vittima delle politiche israeliane e egiziane di apertura-chiusura dei valichi di Gaza”.

Huwaida Arraf, del Free Gaza movement, ha spiegato ai tanti giornalisti presenti: “Come avvocato, lasciatemi dire che non c’è alcun dubbio che l’assedio sia illegale. L’assedio è un atto di guerra. Stanno punendo un’intera popolazione.”Come palestinese vi dico che noi non vogliamo aiuti umanitari, ma libertà”. Arraf ha poi letto una lettera indirizzata al Segretario di Stato Hillary Clinton, che inizia con un “vergognati”: “Avete stabilito canali ufficiali per sostenere la liberazione dei popoli arabi – Tunisia, Egitto, Libia, ecc. -, ma nessuno per liberare i palestinesi”.

Il rappresentante della nave francese, Thomas Sommer – Houdeville, ha ricordato che una delle due navi è partita sabato da un porto corso.Henning Mankell, scrittore svedese a bordo della flotilla, ha ironizzato: “Questa è una conferenza stampa aperta a tutti, dunque, certamente ci saranno persone che riferiranno direttamente a Israele tutto quanto stanno vedendo e sentendo. Allora, riferite esattamente ciò che avete visto e sentito: non ci sono state dichiarazioni di guerra contro Israele, solo dichiarazioni di pace. Per una volta, raccontate la verità”.

Lo Stearing Committee della Freedom Flotilla internazionale ha rilasciato poi la seguente dichiarazione:

 

Gaza, stiamo arrivando
Nonostante le pressioni e le minacce di violenza, la flotilla salperà

Atene Sabato 25 giugno, la nave francese Dignità / Karama, è salpata dal porto di Ile Rousse in Corsica, Francia, per incontrarsi con almeno altre 9 navi alla volta di Gaza per sfidare il blocco illegale di Israele. I tentativi migliori di Israele per bloccare le nostre navi in porto, compresa la pressione sui governi, le minacce contro le compagnie di assicurazione e comunicazione, l’intimidazione nei confronti di coloro che difendono i diritti umani, le vani azioni legali e le altre tattiche nascoste, sono finora fallite. La Freedom Flotilla è partita.
Nei prossimi giorni il resto della flotilla, due navi cargo e sette navi passeggeri salperanno dai vari porti per incontrarsi in un punto in acque internazionali da cui le navi partiranno tutte insieme alla volta di Gaza.
Noi porteremo circa 3.000 tonnellate di aiuti e centinaia di civili da dozzine di paesi, compresi membri dei diversi parlamenti, politici, scrittori, artisti, giornalisti e figure dello sport, rappresentanti del popolo e diversi gruppi religiosi.
Sfortunatamente alcune delle nostre navi stanno subendo ritardi dovuti certamente alle false rimostranze da parte del Centro Legale israeliano, ai tentativi di sabotaggio di alcune navi, agli ostacoli amministrativi creati dal governo greco a seguito della pressione di Israele.
Noi richiamiamo il governo greco a non diventare complice nelle azioni illegali di Israele soccombendo alle sue pressioni ma a unirsi alla Francia non opponendosi alla flotilla.
Non ci sono dubbi che la chiusura quasi ermetica della Striscia di Gaza sia illegale. Ciò è stato affermato più e più volte dalle diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani comprese le Nazioni Unite e i Comitati Internazionali della Croce Rossa. Spinto dall’impegno della flotilla, il consenso internazionale è stato inequivocabile nella richiesta di porre fine all’assedio. Non ci sono dubbi sul fatto che la politica di chiusura di Israele ha avuto effetti devastanti sulla popolazione di Gaza sotto occupazione israeliana. Ciò è stato oltremodo documentato.
L’unica domanda è: perché la comunità internazionale consente ad Israele di continuare a violare la legge ed i diritti del popolo palestinese con impunità?
I recenti passi fatti da Israele a causa delle preoccupazioni sollevate in pubblico dall’iniziativa della Freedom Flotilla – Stay Human, incluso l’annuncio della settimana scorsa relativo all’autorizzazione per materiali da costruzione per 1200 case e 18 scuole in Gaza, dimostra che la flotilla funziona.
Tuttavia, ciò non è abbastanza, dato che il nostro impegno non è rivolto semplicemente all’incremento degli aiuti umanitari per Gaza ma è soprattutto teso alla libertà del popolo palestinese in Gaza e per il resto dei Territori Occupati.
Le richieste di alcuni leader mondiali rivolti agli organizzatori della freedom flotilla di usare canali prestabiliti allo scopo di inviare aiuti umanitari a Gaza mostra una fondamentale disattenzione per i diritti umani palestinesi.
Il popolo palestinese non vuole aiuti umanitari dalla comunità internazionale; ma chiede la liberazione, richiesta che noi dobbiamo sostenere.
Noi salperemo a dispetto di intimidazioni, pressioni, minacce di violenza da parte del governo di Israele che non si vergogna di vantarsi dichiarando che userà cecchini e cani contro civili indifesi.
Siamo parte di un movimento in crescita organizzato dalla Società Civile Palestinese che dimostra per i suoi diritti, diritti che le tattiche del potente esercito israeliano non può fermare.
Noi facciamo appello ai nostri governi di fare tutto il possibile per proteggere i suoi cittadini che sono disarmati e senza protezione alcuna in difesa della loro libertà, dei diritti umani e della legge.

Gaza stiamo arrivando.

A Gaza intanto una delegazione palestinese si è recata agli uffici dell’ONU per chiedere la fine dell’occupazione militare israeliana. All’iniziativa hanno partecipato rappresentanze delle ONG palestinesi che hanno fatto pervenire agli uffici dell’ONU una dichiarazione a sostegno ed una richiesta di protezione per la Freedom Flotilla, esprimendo una condanna per la decisione di Israele di volerla bloccare. La delegazione ha sollecitato i governi europei affinchè sostengano l’iniziativa e si adoperino per facilitare l’arrivo delle navi. A Gaza il popolo aspetta l’arrivo delle navi e del loro carico di speranza e dignità.

le informazioni su: www.freedomflotilla.it

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