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Nessuna indulgenza nei confronti di chi giustifica Israele

Sono stato oggetto d’attenzione di un sostenitore di Israele, venuto da me per ripetere il mantra: è colpa di Hamas. Ora, di fronte a quanto sta accadendo – lo sterminio dei palestinesi, secondo la Corte penale internazionale – non sono più disponibile a essere indulgente; preferisco essere apocalittico: si tratta di una posizione ripugnante, sia in senso intellettuale che umano.

In fatto di giustizia, una tale posizione esprime una grande ignoranza del diritto, giacché l’aver subito l’orrore del 7 ottobre non rende Israele automaticamente impunibile; se vale il principio della legge “uguale per tutti”, allora ogni crimine di guerra – e contro l’umanità – va perseguito, chiunque sia a commetterlo.

Non serve neppure discutere; resta sempre presente il pronunciamento delle due corti più importanti al mondo, entrambe le quali hanno stabilito: la Corte Penale Internazionale che ci sono gli estremi per un mandato di cattura per i vertici israeliani, la Corte Internazionale di Giustizia che ci sono elementi che rendono “plausibile” l’esistenza di un genocidio.

Chi mostra indifferenza o, peggio, attacca questi pronunciamenti esprime soltanto il proprio dispregio della giustizia internazionale; si pone, cioè, tra la demolizione del diritto e la sacralizzazione di Israele.

Non mi stancherò mai di dire che si tratta di una posizione ripugnante, politicamente reazionaria e intellettualmente mistificatoria.

La polemica anti-israeliana, più si rafforza, meglio è per la democrazia, visto quello che sta succedendo. Come effetto ideologico, non è difficile constatare – se si è intellettualmente onesti, ovvio – che è vergognoso il modello di democrazia che rimanda la difesa ad oltranza del comportamento di Israele.

Democrazia, come ognuno dovrebbe sapere, non è equivalente a segregazione o sterminio di un popolo; significa eguaglianza e giustizia, ed è dunque pericolosa l’idea che Israele stia difendendo, oltre che se stesso, anche il nostro sistema democratico. Pericoloso, ed anche falsificante la stessa idea di democrazia.

Su tale travisamento bisognerebbe insistere: una democrazia che contempla l’occupazione, il colonialismo, l’apartheid e il genocidio NON È una democrazia. Soltanto un’operazione ideologica tesa a sacralizzare Israele, e dunque ad assolverne i crimini, può permettersi di stabilire quell’equivalenza mortifera; ripugnante, appunto, perché conosciamo i fatti che travisa.

Continuare ad addossare la colpa ad Hamas è un modo di travisare la realtà, ossia di falsificare la verità. Israele sta commettendo centinaia di crimini di guerra e contro l’umanità, e lo sta facendo senza pudore; le immagini sono inequivocabili.

Verificarlo non è difficile; basterebbe osservare la realtà con quel sano distacco che consente di vederla come “immagine dialettica”; cioè abbandonando – direbbe Benjamin – il processo di immedesimazione con il potente.

Ci sono due immagini che sintetizzano l’orrore di cui si sta macchiando Israele.

La prima è quella di un gruppo di palestinesi che si sposta verso il sud della Striscia, come ordinato dall’esercito israeliano. Davanti a tutti c’è una anziana donna che tiene in mano una bandiera bianca; avanza sostenuta da un ragazzo, suo nipote. Un soldato israeliano spara e uccide la donna.

La seconda è quella del bombardamento di un edificio nel nord della Striscia di Gaza. Rivendicando l’azione, l’esercito israeliano ha detto che l’obiettivo era quello di colpire tre miliziani di Hamas; sono morti 196 civili, nella quasi totalità donne e bambini.

Questi sono solo due delle centinaia di eventi simili accaduti in questi mesi, da me scelti perché dotati di una potenza simbolica dirompente. Tutto ciò è davanti ai nostri occhi, ed è visibile nella sua natura “rozza e materiale”; e non sarà certo l’ideologia o l’appartenenza ideale – o “la pigrizia del cuore” – a comprometterne la verità.

È inutile farsi travolgere dalle interpretazioni di chi non fa altro che giustificare qualcosa che è ingiustificabile; spunti per comprendere la natura orrenda di quanto sta accadendo ce ne sono proprio tanti, troppi.

La sintesi è ben rappresentata dai dispositivi delle due Corti internazionali: Israele usa la fame dei civili come metodo di guerra; sta causando intenzionalmente grandi sofferenze ai palestinesi (gravi lesioni al corpo o alla salute, e un trattamento crudele); sta uccidendo intenzionalmente i civili; sta perseguitando e sterminando un popolo e compiendo atti disumani.

Questo insieme di crimini configura un genocidio. Dunque, davvero: nessuna indulgenza nei confronti di chi giustifica Israele.

* da Facebook

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3 Commenti


  • Pasquale

    Israele non difende nessuna democrazia. Difende solo i suoi coloni che continuano a occupare terre su terre col sostegno dell’esercito sionista per annientare tutti i palestinesi, e realizzare il progetto, leggi intervista di Mannocchi alla boss israeliana, anche a costo del genocidio. Chi giustifica o peggio sostiene tutto ciò, è complice e come tale andrebbe trattato.


  • Vannini Andrea

    per i fascisti italiani e tedeschi i Partigiani erano banditi, terroristi, ecc. i palestinesi combattenti (che siano di hamas o di altra formazione) sono banbiti, terroristi. ecc. per i fascisti sionisti. per il popolo palestinese sono la sola speranza di vendetta e di vittoria. i partigiani esistono e resistono perche’ sono essi stessi il popolo per il quale combattono e rischiano la vita. chi dice che la colpa é di hamas é lo stesso collaborazionista filofascista che accusava i gappisti per la strage delle fosse ardeatine.


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