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La banalità del 7 ottobre dei palestinesi

Ho letto l’articolo su Contropiano di Nevio Gambula, di cui condivido le argomentazioni, per cui è chiaro che gli zeloti, nel loro fanatismo, hanno dilapidato completamente il “patrimonio” di cui godevano, nascondendo le loro azioni criminali dietro al vittimismo per cui gli ebrei, avendo subito la shoà, non dovevano mai essere criticati, neanche minimamente, a cominciare dalla costituzione della repubblica israeliana.

Anche se non è immediato capirlo, gli ebrei sono altra cosa che gli zeloti, fanatici e colonialisti, e ora timidamente in quella comunità c’è chi comincia ad affermarlo pubblicamente e non più solo voci isolate.

Nevio Gambula, però, non riesce a fare un passo ulteriore, forse perché la “narrazione” main-stream è quasi univoca e perché il 7 ottobre 2023 vi furono molte vittime civili, e afferma per quell’evento definendolo “orrore del 7 ottobre”.

Tutte queste narrazioni non partono mai dalla situazione reale ma sempre da un “partito preso” a priori: l’unica democrazia del Medio Oriente è diffamata e il 7 ottobre scorso vi è stata un’orribile carneficina (in alcuni casi è definita anche genocidio).

Insomma tutta la retorica degli zeloti e di chi li appoggia ruota sempre sui fatti violenti del 7 ottobre, come se non ci fosse mai stato nulla prima, una violenza contro innocenti ignari e pacifici, quindi violenza di terroristi.

E’ evidente che il 7 ottobre vi è stata violenza militare e la violenza e le morti sono inaccettabili sia che a subire  siano i persecutori che le vittime.

Quando si parla del 7 ottobre e dell’azione di Hamas non viene mai ricordato che 373 morti su 1139 erano “forze di sicurezza israeliane”, che i morti civili sono stati causati in una parte importante dall’IDF che sparò su tutto e tutti, che non vi furono 30 bambini massacrati e che era senza prove, quindi falsa, la notizia di stupri.

Non è questo il punto, ciò che è necessario analizzare è il contesto, non perché si è indifferenti a chi è morto quel giorno, ma per capire da cosa nasca quella violenza e come interromperla.

E’ da smontare definitivamente l’affermazione dell’unico stato democratico in Medio Oriente, perché lo era anche e solo per i coloni bianchi dello stato razzista e violento sudafricano, che aveva imposto un regime di apartheid ai non-europei (ma loro si accontentavano di “schiavizzarli”), e proprio l’azione legale dell’attuale governo sudafricano ha fatto cadere la maschera ipocrita del regime zelota (che invece i palestinesi vorrebbe morti o scacciati).

La violenza del 7 ottobre ha un’origine precisa e questa violenza l’avevano strutturata e insegnata da moltissimi anni i propositori dello stato zelota, fondata su una visione escludente verso i palestinesi, considerati esseri inferiori e indesiderati, che nel tempo ha sviluppato sempre più odio e sopraffazione, ora esplicito nei coloni messianici.

Quello che è evidente negli zeloti è la mancanza di empatia e molta malafede.

Eppure la Torah dice chiaramente: “lo straniero che abiterà tra di voi sarà per voi come uno nato tra voi, lo amerai come te stesso, perché anche voi foste stranieri in Egitto”.

Insomma, in maniera tranciante e probabilmente estremamente indigesta per gli zeloti, i palestinesi, che vivano nello stato zelota, in West-Bank o a Gaza, il 7 ottobre 2023 lo vivono 365 giorni all’anno da 76 anni, per loro non è una novità, solo che i mass-media occidentali, tanto scandalizzati per quello che hanno subito i coloni, quello che viene fatto normalmente ai palestinesi lo hanno raccontato solo di rado e senza enfasi, dimostrando la loro banalità del male.

I fatti del 7 ottobre non hanno nulla di eccezionale, sono la norma e la conseguenza di un regime razzista, gli innocenti caduti quel giorno è agli zeloti che devono la loro disgrazia, Hamas è stato solo l’artefice, tra l’altro favorito proprio dai razzisti messianici.

*ANPI Trullo-Magliana, Roma

 

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